In Toscano abbiamo un solo grafema per due suoni: la “z sorda o aspra” (calza, prezzo) e la “z sonora o dolce” (zaino, organizzare). La soluzione che propongo è quella di utilizzare il digramma “tz” per la z sorda (kaltza, prɛttzo) e il digramma “dz” per la z sonora (dzainø, ørganiddzare).
Mauro
Ott 23, 2017 @ 19:20:13
In altre regioni però la differenza tra le due zeta non si sente…
zoppaz
Ott 23, 2017 @ 20:39:02
Visto che sei alla z, una lettera a me cara, mi chiedevo (non ho letto tutto qui), hai mai trascritto qualche cosa con la tua riforma? Una traduzione di un brano classico, una poesia di Leopardi… qualcosa. Mi era venuto in mente di riscrivere così uno dei miei racconti giovanili che sono brevissimi, prima o poi, sarei divertito nel vederlo trascritto a tuo modo, ma temo di non avere seguito tutto il corso nei dettagli. 🙂
Nautilus
Ott 24, 2017 @ 11:02:07
@ Mauro
Uh, non credo di aver capito. Tu come dici zaino e calza? Non c’è differenza? Prima volta che sento ‘sta roba.
Nautilus
Ott 24, 2017 @ 11:19:41
@ zoppaz
L’idea ɛ proprjø kwɛlla di kømintšare a skrivere kwalkoza nel nwovø sistema, ma prima vol̃ø trøvare un’applikatzjøne ke mi permɛtta di kønfigurare la tastjera køn i nwovi karatteri, antzi, se kønøši kwalkoza del dženere mi farɛsti un favøre.
Devo anke rikørdarmi di skrivere un ultimø post in kui fattšo una sintezi di tuttø.
Se vwoi suddžerirmi una breve pøesia da kui partire sɛi il benvenutø! 🙂
Lele
Ott 24, 2017 @ 13:55:08
@ Nautilus
Ma è divertentissimo!
Leggendo, sembra di sentire Sturmtruppen!! 🙂
zoppaz
Ott 25, 2017 @ 10:52:38
(Perdøna i refwsi): Attendo la sintezi, ma non avevo kalckolatø la diffikoltà legata alla tastjera, credø sia un bɛl deterrente…
Suddžerirmentø: l’incipit della Divina Commedia potrɛbbe ɛssere simbolicø e dirømpente…
Ti lašio anke un mio komponimento ke mi divertirɛbbe veder tradotto:
C’era una, volta verso di me, che mi diceva che
c’era una Volta, una della famiglia dell’inventore della pila, per intenderci, che le rivelò che la
cera, una volta, si faceva con le api, mica con il petrolio come adesso, ma soprattuto che
c’era una volta,anzi non era proprio una volta, era più simile a un arco, che non aveva
FINE
Roberto Tognelli
Ott 25, 2017 @ 14:21:01
@tutti: grandioso… 🙂
Vi dirò di più.
Nella mia parte di Toscana, cioè in quel territorio che gravita intorno alla piana pistoiese, i parlanti sovrappongono tranquillamente la “s” di “sasso” con la “z” di “calza”, laddove la parola che precede termini in consonante: es. il tzole, il tzale in luogo di: il sole, il sale. Fenomeno incomprensibile già per i fiorentini (da una parte) e per i lucchesi (dall’altra).
Quando con il coro cantavamo “Ecco mormorar l’onde” di Monteverdi, il maestro, di origini lucane, si arrabbiava tantissimo sentendoci pronunciare “[…] e sopra i verdi rami i vaghi augelli /cantar tzoavemente”, cosa del tutto naturale, per noi…
Nautilus
Ott 25, 2017 @ 19:13:51
@ zoppaz
Grazie. Sono un po’ impegnato in questi giorni, ma appena posso provo a fare come dici tu 🙂
Nautilus
Ott 26, 2017 @ 18:14:27
@ Roberto Tognelli
Fenomeno che non conoscevo e molto interessante, per quanto confinato in una specifica e ridotta area geografica.
C’è anche una curiosa situazione inversa che è caratteristica di alcuni anziani qui nel Milanese. Ad esempio mio zio (anni 77) non è in grado di dire puzza o pezzo, ma dice pussa e pesso. Il primo dipende dal fatto che in Milanese puzza si dice spussa (pronunciato spüsa, con una ü quasi doppia), mentre il secondo segue dal precedente anche se in Milanese pezzo di dice tôcc (pronunciato tok).