Colpa di Salvini se ci ritroviamo la sinistra al potere

Frase di Berlusconi pronunciata ieri.

A. Nell’ultimo anno e mezzo Berlusconi non ha perso occasione per invitare Salvini a staccare la spina al governo M5S-Lega.

B. Dopo un anno e mezzo Salvini stacca la spina.

C. Il giorno dopo Berlusconi gli rimprovera le conseguenze dell’aver staccato la spina.

Dopo l’esistenza dei Napoletani e l’esistenza delle suocere la logica di Berlusconi si candida a divenire la terza prova dell’inesistenza di Dio.

Sì, ma, però, Salvini ha portato la Lega dal 4% al 34%

In questi giorni di crisi governativa la figura di Salvini ha perso parte del lucente appeal di cui godeva fino a un paio di settimane fa. D’altra parte l’inciucio tra M5S e PD è unicamente colpa sua.
L’errore, per fortuna ammesso dallo stesso Salvini con ritardo non estremo (ma pur sempre con ritardo), è stata l’incapacità di prevedere le mosse di Renzi.
Salvini paga così una evidente inesperienza di movimento in quella che il buon Bossi di un tempo amava definire la “palude romana” (a proposito, Bossi ben difficilmente sarebbe caduto in una trappola del genere).

Di fronte alle difficoltà di colui che tra poche ora sarà l’ex ministro dell’interno qualcuno ci tiene a rimarcare che, se non fosse stato per Salvini, a quest’ora la Lega veleggerebbe ancora intorno al 4%. Ecco, è giusto il caso di ricordare che questa cosa che Salvini avrebbe portato la Lega dal 4% al 34% (e – stando ai sondaggi pre-crisi – a sfiorare il 39%) è una colossale panzana.
Salvini non ha portato la Lega al 34%; Salvini ha ereditato la guida di un partito indipendentista* a connotazione territoriale – che per varie ragioni** si trovava in pessime acque – e lo ha progressivamente trasformato in un partito sovranista a connotazione nazionale. Cioè è passato da una Lega A a una Lega B, laddove la Lega B è la negazione ideologica e programmatica della Lega A. Ed questa seconda Lega B che ha portato al 34%. E grazie al cavolo!
Come dire che fino a ieri (fino a quando c’era mamma Bossi) Salvini non si occupava dell’alimentazione dei figli, ma era un distratto osservatore. Mamma Bossi era riuscita con fatica ad abituare i figli a mangiare frutta, verdura e a bere acqua e spremute; poi un giorno la mamma impazzisce, viene allontanata dalla famiglia perché non più adatta a ricoprire il ruolo, e il compito di alimentare i figli passa al padre. E cosa ti fa il padre? Per un po’ prova a inserirsi nel solco salutista della madre, ma poi decide di sostituire frutta, verdura, acqua e spremute con patatine fritte, pizza, würstel, ketchup, maionese, fanta e cocacola; e – tu guarda – i figli si mettono improvvisamente a mangiare di gusto! Facile così, vero?

Ora, chi mi conosce sa che per un indipendentista come me il giudizio su Salvini è mostruosamente negativo, ma riconosco nel suo operato almeno un elemento di positività: quello di aver provato a gestire con fermezza il problema degli sbarchi dei migranti, trovandosi spesso contro una parte consistente del suo governo e parte della stessa magistratura. E di lui, ma non solo di lui, ammiro la capacità di saper resistere a uno stress non indifferente.

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* per quelli come me troppo blandamente indipendentista

** presa di potere del cosidetto “cerchio magico” dopo la malattia di Bossi e scelte totalmente errate dello stesso Bossi (in particolare due: la candidatura del figlio in politica e la perdita di controllo della trasparenza nella gestione economica del partito)

Grasso di gomito

Avevo il sospetto che l’espressione “olio di gomito” fosse una caratteristica esclusiva della nostra lingua, invece mi sbagliavo. Facendo una breve ricerca ho trovato equivalenti in altri quattro idiomi, e probabilmente non ho nemmeno esaurito tutte le possibilità.
In Inglese si dice “elbow grease” (grasso di gomito), in Francese “huile de coude” o “huile de bras” (olio di gomito/braccio), in Danese e Norvegese “knofedt” e “knokefett” (grasso delle nocche).
Se conoscente i corrispondenti in altre lingue fatevi avanti!

Il girovago ficcanaso

L’impiccione viaggiatore.

Hey tu, badkruka!

Non importa quanto calda è l’acqua del mare, per qualcuno sarà sempre troppo fredda. Avete presente il rituale sofferto e travagliato messo in atto da coloro che affrontano l’ingresso in acqua come se si trattasse di una crocefissione? Un passettino alla volta, gli inconfondibili gridolini semi-isterici delle donne (e i gemiti strozzati degli uomini) non appena l’immancabile onda dispettosa va a lambire inguine e fianchi prima di quanto da loro calcolato, il passarsi progressivamente e ripetutamente le mani bagnate su braccia e spalle per acclimatare il corpo, il fermarsi, l’arretrare, il riprovare, ecc. Ecco, sappiate che lo Svedese vi consente di definire costoro con una sola splendida parola: badkruka.

Lussofungo

No, il lussofungo non esiste.

Niente, una roba tra mia figlia e me.

Chi l’avrebbe mai detto, il relitto del Titanic si sta sbriciolando

Ieri praticamente tutti i quotidiani e i telegiornali hanno dedicato parte del loro spazio al Titanic, il cui relitto si starebbe sbriciolando (il pezzo da cui hanno tratto la notizia dovrebbe essere questo articolo pubblicato sul Guardian).
Ora, fatemi capire, ma una struttura prevalentemente metallica che da oltre 107 anni si trova a quasi 3.800 metri di profondità cosa dovrebbe fare nel corso del tempo: tornare come nuova?

Sì sì, lo so: temperature basse, limitata presenza di ossigeno, minor quantità di batteri e tutto quello che volete, ma è solo una questione di tempo, non certo un tema di erosione sì erosione no.

Curiosamente tutti i quotidiani che ho consultato (nelle loro versioni online) hanno citato, anche più volte, la casa di produzioni Atlantic Productions, pluripremiata e in procinto di realizzare un documentario proprio sul relitto del Titanic.

I quadrati alfamagici (e geomagici) di Lee Sallows

Il 1986 è uno degli anni della mia giovinezza che ricordo più volentieri. Le prime esperienze nella grande metropoli (dopo le scuole medie passate in un paesello vicino a casa), i primi compagni di liceo destinati a lasciare un segno profondo nella mia vita e – musicalmente parlando – un anno straordinario*.
In quello stesso 1986 Lee Sallows, un ingegnere informatico inglese, tirava fuori dal cilindro della matematica ricreativa i suoi quadrati alfamagici**.
Se la crisi di governo in corso non vi appassiona più di tanto vi suggerisco di dare un’occhiata ai link precedenti.

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* To Hell With The Devil degli Stryper, Look What The Cat Dragged In dei Poison, The Final Countdown degli Europe, Trilogy di Yngwie J Malmsteen, Mechanical Resonance dei Tesla, Night Songs dei Cinderella, Eat ‘Em And Smile di David Lee Roth, Russian Roulette degli Accept, Slippery When Wet dei Bon Jovi, l’album omonimo dei Crimson Glory, The Dark dei Metal Church, Somewhere In Time degli Iron Maiden e ovviamente il capolavoro assoluto: Master Of Puppets (ma anche la scomparsa, sfortunata e prematura, di Cliff Burton)

** seguirà, nel 2001, l’invenzione dei quadrati geomagici

Indeterminazione apparente

In un gruppo di p persone viene indetta una raccolta fondi per finanziare una certa iniziativa; l’adesione è facoltativa, ma a chi partecipa è chiesto un versamento di 10 o di 20 euro. Un certo numero di persone dà un contributo di 10 euro, della parte restante una metà versa 20 euro e l’altra metà non aderisce.

Nonostante l’apparente indeterminazione trovare la quantità di denaro raccolta.

Nota: nel corso della risoluzione resterete sorpresi dalla semplicità della matematica coinvolta in questo quiz. Lo scopo del post, infatti, non è quello di presentare un esercizio difficile, ma dimostrare come a volte l’apparenza inganna.

Se ne avete voglia potete divertirvi a trovare almeno un modo (ce n’è più di uno) per generalizzare il quesito iniziale.

Worcation or workation?

Al momento prevale la seconda versione (laddove io prediligo la prima). Stando a Google, in data odierna, le occorrenze (usando le virgolette) sono le seguenti:

worcation: 53.400
workation: 268.000

Sirenetta baltica

lilla sjöjungfrun (Svedese)
lille havfrue (Danese)
mała syrenka (Polacco)
mazā nāriņa (Lettone)
meerjungfrau (Tedesco)
pieni merenneito (Finlandese)
undinėlė (Lituano)
väike merineitsi (Estone)

I cinque musicanti di Bayreith

Bayreith, Baviera settentrionale. Dietro dieci porte ci sono un asino, un cane, un gatto, un gallo (e fin qui abbiamo i quattro musicanti di Brema) più altri sei animali comuni. Aprendo cinque porte a caso qual è la probabilità di trovarvi dietro proprio i quattro musicanti di Brema?

Esprimere il risultato in forma di frazione non semplificata.

Nota 1: un omaggio al semidisperso Mauro.
Nota 2: il semidisperso Mauro e shevathas, ovviamente, non sono ammessi al quiz (troppo semplice).

Semirasate, ipertatuate

La vita da spiaggia in quel di Albenga mi ha permesso di notare, dopo un paio di settimane di permanenza, come quest’anno sia in forte aumento il numero di giovani donne con tatuaggi un po’ ovunque (e spesso di grosse dimensioni) e con i capelli rasati in modo molto irregolare, talvolta con i ciuffi restanti colorati di fucsia, verde e viola. Esattamente il tipo di donna che a me non piace per nulla, ma che ultimamente sembra andare molto. D’altra parte, come spesso accade in questi casi, il trend era già stato anticipato dal mondo del porno, in particolare dal porno spagnolo e statunitense.

Metà pesce un corno

La vogliamo finire con questa storia che le sirene sono metà donna e metà pesce? Hanno la coda orizzontale*, quindi sono mammiferi marini, non pesci. Tanto che tra i mammiferi marini ci sono appunto i sirenidi, come i dugonghi e i lamantini.

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* per essere precisi la pinna caudale orizzontale

Il flygskam, il tågskryt e la salviettina umidificata

Il flygskam (termine svedese che significa “vergogna di volare”) è il “nuovo” movimento-ecologista-tormentone cui dichiarano di appartenere (con il solito sbrodolante orgoglio e l’immancabile sostegno di prezzemolo Gretina) coloro che – almeno nei tragitti brevi – hanno deciso di abbandonare l’aereo in favore del treno; non a caso al concetto di flygskam viene spesso affiancato quello di tågskryt (e non tagskryt come riportato da quasi tutti gli ignorantissimi copiaincollatori del pianeta), cioè il “vantarsi di prendere il treno”.

Bene, ma qual è l’impatto di tutto ciò? È presto detto: qui potete leggere il contributo del settore trasporti alle emissioni complessive di anidride carbonica (che sono solo una parte dei gas serra responsabili del riscaldamento globale). Qui, invece, potete leggere i dati relativi al contributo del trasporto aereo, rispetto al totale del settore trasporti, alle emissioni di gas serra.

Avrete già capito che se domani mattina il trasporto aereo scomparisse per chissà quale magia il guadagno che ne avremmo sarebbe quasi nullo.

Quindi, per farla breve, nulla in contrario ai sostenitori di flygskam e tågskryt, ma costoro siano realisticamente consapevoli che il loro contributo è equivalente a quello di chi, mentre stai bruciando nella tua stanza, ti omaggia di una salviettina umidificata.

La media di cinque numeri

La media di cinque numeri è uguale alla media di quattro di quei cinque numeri dopo che uno di essi è stato eliminato diminuita di 17. Se il numero eliminato è 13 qual è la media dei cinque numeri iniziali?

Ecco un altro problema (dopo quello presentato nel post precedente) che sembra terribilmente difficile, ma che invece è semplice.

Il prodotto minimo nota la media

La media di quattro interi positivi distinti è 7. Qual è il prodotto minimo dei quattro numeri?

Di primo acchito il problema potrà sembrarvi estremamente difficile, ma con un po’ di ragionamento si può arrivare alla soluzione in modo piuttosto semplice.

Nota: non basta la soluzione, voglio sapere anche e sopratutto il metodo che avete utilizzato, perché fare una simulazione in Excel non serve.

Non so()spirare

Divieto o dichiarazione di vita eterna.

Non so()spingermi al largo

Ammonimento o ammissione di incapacità.

Non so()spendermi la paghetta

Bambino/a che supplica i genitori o bambino/a che fa un’improbabile ammissione di incapacità.

Imbianchini

Una variante dei problemi di produzione unitaria di cui ho parlato ieri è quella di quesiti come questo: se un imbianchino dipinge una stanza in un’ora, un secondo imbianchino dipinge la stessa stanza in un’ora e mezza e un terzo imbianchino la dipinge in due ore, quanto tempo occorre per dipingere la stanza se i tre imbianchini lavorano contemporaneamente?

In questo caso abbiamo già una prima forma di produzione unitaria, cioè la produzione unitaria (il numero di stanze dipinte*) per singolo imbianchino; quello che ci manca è la produzione unitaria anche secondo la variabile tempo:

s1 = 1/1 = 1 stanze/(imbianchino*ora)
s2 = 1/1.5 = 2/3 stanze/(imbianchino*ora)
s3 = 1/2 stanze/(imbianchino*ora)

Quando i tre imbianchini lavorano contemporaneamente i loro contributi unitari si sommano:

s1+2+3 = s1 + s2 + s3 = 1 + 2/3 + 1/2 = 13/6 stanze/ora

I tre imbianchini, lavorando assieme, dipingono dunque 13/6 di stanza in un’ora. A questo punto per sapere in quanto tempo dipingono una stanza basta impostare una semplice proporzione:

t/1 = 1/(13/6)

da cui t = 6/13 ≈ 0,4615 ore

Alternativamente, volendo fare un calcolo un po’ più preciso, possiamo ragionare in termini di secondi e reimpostare la proporzione così:

t/3600 = 1/(13/6)

da cui t = 3.600*6/13 ≈ 1.661,54, cioè poco meno di 27 minuti e 42 secondi

Nota 1: la generalizzazione al caso di n imbianchini è ovvia.

Nota 2: l’ipotesi di somma delle produzioni unitarie è in realtà molto più forte di quanto si possa immaginare; in una situazione reale, infatti, più imbianchini che lavorano contemporaneamente nella medesima stanza tendono a ostacolarsi tra loro riducendo la produttività complessiva; cosa che è tanto più vera quanto maggiore è il numero di imbianchini presenti.

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* per semplicità (o forse per confondere il lettore) il numero di stanze dipinte da ogni imbianchino è qui posto uguale a 1, ma il requisito non è affatto necessario

Se una gallina e mezzo fa un uovo e mezzo in un giorno e mezzo…

Ci sono alcuni problemi che, seppur molto semplici, tendono a creare grosse difficoltà in chi dovrebbe risolverli. Un esempio tipico è dato dal quesito seguente: se una gallina e mezzo fa un uovo e mezzo in un giorno e mezzo, quante uova farà una gallina in sei giorni?

Il metodo di risoluzione corretto consiste innanzitutto nel trovare la “produzione unitaria” (questo è il passaggio considerato ostico) e – una volta individuata questa – la soluzione finale si ottiene mediante una banale moltiplicazione.

Quello che va capito è che il concetto di “unitario” è qui funzione di due elementi: il tempo e il numero di galline. Dobbiamo cioè trovare il numero di uova deposte da una gallina nell’unità di tempo (un giorno). Per fare ciò basta dividere la produzione totale (1,5 uova) per il numero di galline e per il numero di giorni. Dividendo per il numero di galline (1,5) abbiamo 1 uovo per gallina deposto in 1,5 giorni; dividendo infine per il tempo (1,5 giorni) otteniamo 2/3 di uovo per gallina per giorno. Moltiplicando questo valore per 6 si ottiene 4, che è la risposta al problema iniziale.

Ora possiamo generalizzare. Se g1 galline producono u1 uova in t1 giorni, quante uova (u2) produrranno g2 galline in t2 giorni?

u2 = u1(g2t2)/(g1t1)

Pakruojo Dvaras

Circa 40 km a est di Šiauliai, lungo la strada 150, sorge l’anonima cittadina di Pakruojis (meno di 5.000 abitanti). Nel suo territorio si trova una delle residenze più belle di tutta la Lituania: il Pakruojo Dvaras. Nel nostro viaggio di rientro da Palanga a Švenčionys quest’anno abbiamo deciso di fermarci qui per una notte. E per fortuna l’esperienza ci ha abbondantemente ripagato dalla ben poco entusiasmante sosta dell’andata in quel del Grafo Zubovo di Bubiai.
Il Pakruojo Dvaras stupisce per la bellezza dell’area e per il suo esteso parco con sculture floreali visitabili sino a tarda sera. Anche se non è necessario trattenersi per la notte (ma dormire presso il vecchio mulino, uno dei due hotel della struttura, è stato molto piacevole) questo è uno dei luoghi che certamente merita una visita, specie se avete programmato di andare alla Collina delle Croci.
Tre ore sono sufficienti per vedere le attrazioni principali, ma nel fine settimana potrebbe essere necessaria una mezza giornata visto che vengono organizzati spettacoli e combattimenti medievali.
Un paio di cose che è bene tenere a mente prima della partenza: il ristorante (Traktierius) segue i tipici orari lituani (la cucina chiude alle 20:30, talvolta persino prima); se la giornata è particolarmente calda e decidete comunque di passare la notte presso il vecchio mulino sappiate che l’albergo non dispone di aria condizionata, quindi scegliete con cura l’orientamento della stanza.

Le scatole di Giorgino

Giorgino ha due scatole, in entrambe le quali ha infilato dei bigliettini con su scritto dei numeri interi consecutivi. Nella prima scatola ci sono p bigliettini la somma dei cui numeri è 2p; nella seconda scatola ci sono 2p bigliettini la somma dei cui numeri è p. Il valore assoluto della differenza tra il bigliettino con il numero maggiore della prima scatola e il bigliettino con il numero maggiore della seconda scatola è 99. Quanto vale p?

Negri: sono intorno a noi, sono in mezzo a noi… aiuto, sono dappertutto!

Negri

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