Collirio o inganno degli occhi?

In Lituano collirio si dice “akių lašai”, letteralmente “gocce per gli occhi”, dunque una locuzione simile a quelle diffuse in molte altre lingue (si pensi per esempio a “eye drops” in Inglese). Curioso che, se si tenta una traduzione con Google Translator, il risultato è un bizzarro quanto improbabile “akių apgaudinėjimas” (“inganno degli occhi”).

Le destre e la sinistra

Ci avevate mai fatto caso? I partiti di sinistra tendono a parlare dell’avversario politico in termini plurali (“le destre”; rigorosamente da combattere), così come molto spesso utilizzano il plurale anche con funzione autoreferenziale (“le sinistre”; quelle che invece sarebbero da unire). Per contro, tra i partiti di destra prevale nettamente il singolare (“la sinistra”, “la destra”).

Se esistesse la sociopsichiatria avrebbe subito materiale in abbondanza su cui lavorare.

Rūta Meilutytė… olimpinė čempionė!

Date un’occhiata qui… mi pareva carino mostravi il filmato con il commento lituano.

Nota: la radice del cognome è “meilė” (amore). Meilė e Meilutė sono anche nomi propri femminili (il secondo potrebbe intendersi come un diminutivo del primo), un po’ come se da noi una ragazza si chiamasse Amore o Amorino/Amoruccio.

Yogurt in frigorifero, con o senza confezione?

Prima di riporre in frigorifero i comuni vasetti di yogurt da 125 grammi è mia consuetudine rimuovere il cartoncino della confezione. Mia moglie, mia madre e mia sorella (ma anche le mie precedenti fidanzate) hanno invece l’abitudine opposta. Sostengono infatti che la confezione aiuti l’ordine interno del frigorifero. Io ritengo che senza confezione ci sia invece un migliore utilizzo dello spazio. Una differenza frutto unicamente del mio approccio matematico alla vita o ci sono ragioni per ritenere una diversificazione di comportamento tra uomini e donne? Non posso che chiedere ai miei affezionati lettori.

I cerchi olimpici non sono cerchi ma tori

In Inglese sono chiamati “the five Olympic rings” e l’espressione è corretta anche da un punto di vista geometrico. Da noi sono chiamati cerchi, ma cerchi non sono. Vediamo perché.

Se ragionassimo su forme geometriche stilizzate avremmo soltanto linee e queste sarebbero delle circonferenze, non dei cerchi. Se immaginassimo di restare nel piano e di dare alle linee un certo spessore avremmo delle corone circolari (in Inglese annulus, pl. annuli), che di nuovo non sono cerchi. Ma i simboli a cui ci riferiamo rimandano in realtà a strutture tridimensionali che dovremmo chiamare anelli (come appunto si fa in Inglese con rings) e che geometricamente sono dette tori (in Inglese torus, pl. tori). Dunque, di quali cerchi stiamo parlando?

Vedi anche Come si dice cerchio in Inglese? Circles of confusion.

Quante sono le intersezioni dei cerchi olimpici?

Per rispondere a questa domanda sono necessarie una premessa e un’osservazione. La premessa è che vogliamo qui considerare i cinque cerchi nella loro forma stilizzata piana, dunque stiamo in realtà parlando delle sole circonferenze (vedi qui). L’osservazione è che il problema è di quelli facili (per non dire banali), ma con una certa difficoltà dovuta alla disposizione spaziale dei simboli. Dunque conviene partire proprio da qui e notare che stirando le cinque circonferenze in orizzontale (o in verticale) si perviene a una configurazione facilissima da analizzare.

Si nota subito che le prime due circonferenze si incontrano in una coppia di punti. Aggiungendo la terza conferenza si vede poi che le coppie di intersezioni sono due. A questo punto la generalizzazione è immediata: ogni n circonferenze ci sono – 1 coppie di intersezioni. In simboli:

i = 2(n – 1)

che, per n = 5, dà

i = 2(5 – 1) = 2*4 = 8

(con i si sono indicati i punti di intersezione)

Si può complicare leggermente il problema chiedendosi in quante regioni piane vengono suddivisi i cinque cerchi olimpici (qui siamo passati alle aree – o superfici – quindi stiamo parlando correttamente di cerchi e non di circonferenze). Si osserva che il primo cerchio è tagliato dalla circonferenza del secondo in due regioni; il secondo cerchio e quelli successivi (tranne l’ultimo) sono divisi in tre regioni ciascuno perché subiscono l’azione delle circonferenze dei due cerchi vicini; ma, delle tre, la regione di sinistra è già stata conteggiata nel cerchio precedente, dunque non dobbiamo ricontarla. Infine l’ultimo cerchio (quello a destra) è tagliato in due con una regione già considerata in precedenza. Dunque ne ricaviamo la regola seguente:

a = 2n – 1

che, per n = 5, fornisce

a = 2*5 – 1 = 10 – 1 = 9

(con a si è indicato il numero di regioni di cerchio)

Clic, click, klik

Nel post Si scrive clic o click? E se usassimo la forma klik? del 18 Novembre 2011 mi ero dichiarato favorevole all’uso di klik al posto di clic/click. Da oggi ho deciso di rendere quell’idea operativa: sul blog utilizzerò la sola forma klik.

I cerchi olimpici rappresentano i cinque continenti?

È ciò che ancora oggi tutti credono, tuttavia l’indicazione – rimasta valida fino al 1951 – è stata rimossa dal manuale olimpico dopo tale data. Il motivo? Non esiste alcuna prova che una simile associazione rispecchiasse le intenzioni di Pierre de Coubertin (il fondatore dei moderni giochi olimpici).

Nota: qualche anno fa anche un quiz solitamente attento e ben strutturato come Il Milionario ha proposto una domanda in cui si richiedeva quale fosse il colore associato al un certo continente (se ricordo bene si trattava dell’America, indicata con il rosso).

Curiosità: allo stato attuale non vi è nemmeno unanimità nella scelta dei colori da associare ai contineti. A parte America-rosso, Africa-nero e Asia-giallo, c’è chi sostiene che l’Europa debba essere rappresentata dal blu e l’Oceania dal verde, e chi invece inverte i due colori. Personalmente ttrovo naturale Europa-verde e Oceania-blu.

Citius! Altius! Fortius! in Lituano, Lettone ed Estone

Lituano:
Greičiau! Aukščiau! Tvirčiau!

Lettone:
Ātrāk! Augstāk! Spēcīgāk!

Estone:
Kiiremini! Kõrgemale! Tugevamini!

Pitagora, numeri e fagioli

Così il libro Philosophy for Dummies sintetizza la dottrina pitagorica: “everything is made of numbers, and don’t eat beans because they’ll do a bad number on you”.

India at last!

Guardate qui… una delle mie vignette preferite di Frank & Ernest.

y = x² + x + 41

La formula rappresentata nel titolo è detta Parabola di Eulero ed è uno dei risultati matematici che trovo in assoluto più sorprendenti. Se assegnamo a x i valori interi 0, 1, 2, …, 38, 39 otteniamo 40 numeri tutti primi*, ma a partire da x = 40 la “magia” viene meno. La formula è notevole perché da una parte individua una forte regolarità e dall’altra mostra come questa non sia generalizzabile; come dire: prima ti illudo e ti lascio sognare, poi ti dò una bastonata in testa così ti svegli e torni alla realtà. Da questo punto di vista il messaggio è anche fortemente istruttivo: la regolarità non può essere basata solo su esempi (per quanto questi siano numerosi), ma occorre sempre la solidità che solo una dimostrazione matematica può offrire.

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* 41, 43, 47, 53, 61, 71, 83, 97, 113, 131, 151, 173, 197, 223, 251, 281, 313, 347, 383, 421, 461, 503, 547, 593, 641, 691, 743, 797, 853, 911, 971, 1.033, 1.097, 1.163, 1.231, 1.301, 1.373, 1.447, 1.523, 1.601

15 Febbraio 1971, il Giorno della Decimalizzazione

C’è stato un tempo, nemmeno tanto lontano, in cui una sterlina era composta da 20 scellini. Chi ritiene che gli abitanti di Regno Unito e Irlanda abbiano uno strano rapporto con le unità di misura si consoli: una volta, per l’esattezza prima del 15 Febbraio 1971 (giorno della decimalizzazione), questo rapporto era ancora più strano.

Zero baltico

noll (Svedese)
nolla (Finlandese)
nul (Danese)
nulis (Lituano)
null (Estone, Norvegese Bokmål, Norvegese Nynorsk, Tedesco)
nulle (Lettone)
zero (Polacco)

Grillo: il Movimento 5 Stelle alle elezioni non si allea con nessuno. Non abbiamo ricevuto proposte

La frase che dà il titolo a questo post sta scorrendo in questo momento su RAI News 24. Ne parlo perché la trovo un ottimo esempio per mostrare come la nostra mente abbia la naturale tendenza a collegare concetti che non lo sono.
L’originale, che si trova su www.beppegrillo.it come post scriptum in coda al post I nuovi colonialisti, indica in modo chiaro che il movimento di Grillo ha unilateralmente deciso di non stringere alleanze in vista delle prossime elezioni politiche; la seconda parte della frase specifica che, in ogni caso, non sono giunte richieste o proposte da altri partiti.
La sintesi operata da RAI News 24, invece, porta molti lettori a pensare che la mancata ricezione di proposte di alleanza sia il motivo che ha spinto Grillo a non farne.

Es šodien jūku prātā

Ascoltate questo brano come sottofondo di queste parole.

Paolo Testabianca

Adoro i Genesis del primo periodo. Dopo Selling England by the Pound del 1973 (a mio avviso il loro apice creativo) un altro grande album è rappresentato da Nursery Cryme* del 1971. La copertina, su cui appare un’infermiera che gioca a croquet con alcune teste decapitate, è opera di Paul Whitehead, illustratore che ha realizzato lavori anche per molti altri gruppi e musicisti.

* il titolo è un gioco di parole sulle “nursery rhymes” (le filastrocche per bambini)

Nota: ho scoperto alcune interessanti rielaborazioni della copertina originale: (vedi per esempio la quinta immagine qui).

Aquiloni a LED

Gli aquiloni a LED, che tutti chiamano LED kites con il solito inutile anglicismo, sono una delle trovate più divertenti degli ultimi mesi. Per un po’ di tempo la loro crescente diffusione avrà qualche piccolo e inevitabile effetto collaterale: di fatto dovremo aspettarci un aumento delle segnalazioni di avvistamenti UFO. Date un’occhiata qui.

Aiuto, non mi funziona l’illusione di Aristotele!

Tutti conoscono le illusioni ottiche, ma in pochi sanno che esistono anche le illusioni tattili. Una di queste è detta “di Aristotele” perché il primo a descriverla è stato il grande filosofo greco.
Ecco come fare per provarla: incrociate tra loro dito indice e medio, bendatevi gli occhi e toccate una piccola pallina di gomma o una biglia. Quel che succede e che percepirete due palline.
Con me, però, non ha mai funzionato. Devo preoccuparmi?

Tutte le “venues” sono perfette

Frase testuale sentita oggi pomeriggio su RTL 102.5 durante il radiogiornale delle 17:00. A pronunciarla uno degli inviati alle olimpiadi di Londra. Non so voi, ma di fronte a certe uscite io mi trovo sempre più spiazzato!

Oltre Manica o oltremanica?

Colto da dubbio mattutino ho fatto una veloce ricerca da cui ho scoperto che sono possibili entrambe le versioni.

Autovelox, amico falso

Tra i falsi amici il termine autovelox è uno dei più recenti, tanto che sono in moltissimi a ignorare che oltre Manica e oltre Atlantico esso è di fatto sconosciuto.

In Inglese l’autovelox è chiamato “speed trap” o “speed radar” (talvolta anche “speed camera”) nel caso di sistema a postazione fissa; se invece si utilizza un dispositivo mobile (indipendentemente dal fatto che sia tenuto in mano da un agente della polizia stradale o montato su un trepiedi*) si parla di “speed gun” o “radar gun” (meno frequentemente di “radar speed gun”). In entrambi i casi nel linguaggio informale è sufficiente il solo termine “radar”.

L’antiautovelox è invece detto “radar detector” o informalmente “fuzz buster” (scritto anche “fuzzbuster”).

*si dovrebbe dire “treppiede” (con la doppia “p”), ma questo blog ha alcune regole linguistiche proprie 🙂

Insistemente

Come la Indrė contrae l’avverbio “insistentemente”, a suo dire troppo lungo.

Pig therapy my way

Il punto di partenza è questo filmato. Ma io ci farei una variazione per manager arroganti incapaci di stabilire relazioni rispettose e corrette nei confronti dei loro sottoposti. La variazione consiste in questo: si prende un manager vestito di tutto punto e lo si accompagna all’interno di un recinto per maiali; il fondo (profondità di almeno 8-10 cm) deve essere costituito esclusivamente da escrementi semi-liquidi di esemplari adulti. Questi ultimi vengono introdotti nel recinto una decina di minuti successivamente l’ingresso del manager. La terapia termina dopo venti minuti con il manager a terra e completamente infangato. In chiusura doccia fredda liberatoria con idrante. Costo complessivo 2.500 euro. Se necessario ripetere il trattamento dopo un mese (a prezzo maggiorato del 50%).

Ci vediamo a Potsdam… New York

Toh, ieri sera ho scoperto che esiste una Potsdam anche negli Stati Uniti, per l’esattezza nello Stato di New York.

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