Uno ogni tre

Regno Unito.

La Penisola di Hel (Mierzeja Helska)

Secondo le mie aspettative la Penisola di Hel avrebbe dovuto rappresentare la ciliegina “naturalistica” sulla torta dell’intero viaggio in Pomerania, e invece questa singolare lingua di sabbia lunga 34 km e larga non più di 500 metri si è rivelata piuttosto deludente.
Il villaggio di Hel, nella parte terminale della penisola, è la località più interessante delle cinque che si incontrano lungo il tragitto. Qui si vive di turismo, lo si nota all’istante, ma i turisti sono quasi esclusivamente Polacchi. Nei numerosi ristorantini del centro i menù non sono tradotti e trovare personale in grado di parlare Inglese non è impresa semplice. Alla fine ce la siamo cavata lo stesso, e abbiamo anche mangiato bene, sopratutto pesce (pesce del Baltico), preparato discretamente e offerto in numerose varietà. Resta però l’amaro in bocca per un potenziale turistico non sufficientemente sfruttato.
Hel è famosa anche per il suo Fokarium, ma anche qui a prevalere sono stati gli aspetti negativi: struttura troppo piccola, due soli spettacoli al giorno e un meccanismo di pagamento alquanto farraginoso*.
Alla fine credo che la Penisola di Hel sia meglio vederla dall’alto, o in fotografia.

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* l’ingresso avviene attraverso uno scomodo tornello azionato tramite l’inserimento di una moneta da 5 złoty; fuori dalla recinzione esiste una macchina automatica per il cambio delle banconote, che però non accetta tagli superiori ai 20 złoty; non è accettato l’uso delle carte di credito; per chi ha bambini piccoli con passeggini è possibile (per fortuna!) l’accesso da una porta in legno

Sunken City, Rising Ocean

“Sunken City, Rising Ocean” è la versione inglese dell’inesistente “La città affonda, la marea sale” di Asbjørn Revheim di cui ho parlato qui.

L’origine del(la) tilde

L’etimologia di “tilde” mi ha sorpreso. Leggete qui.

Saltomortale è una parola norvegese

Eh sì, “saltomortale” è una parola norvegese, ma anche danese. E se siete sorpresi ecco gli equivalenti in alcune altre lingue: salto (Afrikaans, Ceco, Estone, Francese, Neerlandese, Polacco, Tedesco, Turco), salt mortal (Catalano), salto mortal (Spagnolo).

Sopo(t)rifera

Assieme a Danzica e a Gdynia Sopot fa parte delle cosidette Tre Città. È una tipica località marina votata al turismo termale, ma ha lo svantaggio di non essere sufficientemente aperta ai visitatori non polacchi. Lo si può vedere dalla scarsità di viaggiatori tedeschi e dalla difficoltà che, persino nei ristoranti del centro, si ha a conversare in Inglese (per non parlare dei menù). Sopot è sopratutto famosa per il molo in legno più lungo d’Europa (515 metri) che però – caso credo rarissimo – è a pagamento, e che – di conseguenza – abbiamo accuratamente evitato. In sintesi: cittadina del tutto evitabile.

Study in Lithuania – an infographic

Altra infografica sulla Lituania, questa volta in forma di video.

Asbjørn Revheim. La città affonda, la marea sale

Asbjørn Revheim è un autore norvegese blasfemo, controverso e di grande successo. Ha scritto diversi libri, il più famoso dei quali si intitola “La città affonda, la marea sale”. Asbjørn Revheim, però, non è mai esistito: è uno scrittore creato a fini puramente letterari da Anne Holt e presentato nel suo romanzo “Quello che ti meriti” (2001, titolo originale “Det som er mitt”, traduzione di Luca Lamberti).

Il vento le si impigliava nelle maniche della camicia

Frase (a mio avviso geniale) tratta dal romanzo “Quello che ti meriti” di Anne Holt (2001, titolo originale “Det som er mitt”, traduzione di Luca Lamberti).

Cook ‘a bike

Diamo conto di questa curiosa iniziativa (nel senso buono del termine) di cui recentemente si stanno occupando in molti. E speriamo non sia un buco nell’acqua.

Tiberio Timperi a Tallin(n)

Tiberio Timperi, che non ha bisogno di presentazioni, è stato a Tallinn e sulla sua breve esperienza ha scritto un piccolo reportage: eccolo qui.
Spero però che l’articolo non l’abbia scritto lui perché di imprecisioni ce ne sono parecchie. A partire dal nome della capitale estone che compare in forma errata (con una sola “n”) per la bellezza di tredici volte (cioè tutte).
Timperi, inoltre, è un giornalista a tutti gli effetti, dovrebbe quindi sapere che nella nostra lingua accenti e apostrofi non sono la stessa cosa, e sopratutto non sono intercambiabili (e dovrebbe sapere che è meglio scrivere “OK” al posto di “ok”). Ma andiamo avanti. Scopro, con mio grande stupore, che il centro di Tallinn si chiama Old Town. Ma tu guarda! E da quando? Stupido io che, ingenuamente, pensavo che il centro di Tallinn si chiamasse Vanalinn!
Timperi vede alcuni lucchetti agganciati a una cancellata e di essi scrive: “…mi danno la misura della popolarità, anche qui, di Moccia…”. Evidentemente non gli hanno spiegato che i cosidetti lucchetti dell’amore sono arrivati prima in Estonia e solo qualche anno dopo a Roma, nella sua amata Italia.
Vogliamo parlare del sole di mezzanotte, tirato in ballo ogni due per tre? Ma da quando a Tallinn c’è il sole di mezzanotte? È una novità del 2014? Chi mai lo ha spostato così a sud? E Thomas Hendrik Ilves? Ci dice Timperi che è il presidente della repubblica. Ma non si chiamava Toomas? Forse qualcuno gli ha anglicizzato il nome di recente. A sua insaputa, ovviamente.
E poi Timperi ha cenato in un posto chiamato Hansa. Che ovviamente non esiste: esiste invece l’Olde Hansa, praticamente il ristorate più famoso d’Estonia (e il mio preferito); strano che Timperi si sia perso per strada la prima parte del nome. Il locale è descritto come un “ristorante in costume medioevale”; toh, pensavo che i costumi li indossassero gli umani, non i ristoranti. Ma forse io sono vecchio e sono rimasto indietro.
Proseguendo con l’articolo leggo che “uscire da Tallinn è breve”. Ormai non capisco nemmeno più la lingua. Nel frattempo Retro FM è diventata Retrò. Boh! L’uso della punteggiatura comincia a farsi incerto, caffè e supplì perdono l’accento e il bel Timperi infila un bel “fashion” usato come aggettivo, forse come ciliegina sulla torta.
Mamma mia che schifezza di resoconto!

Guercia melensa

Lacrime e sangue.

Bàsato

Primo anagramma inventato da mia figlia.

Distraità

Distrazione.

An infographic guide to Lithuania

Guardate qui. Trovo queste mini-guide davvero simpatiche. L’unica cosa che avrei omesso è quell’indicazione su Vilnius come seconda maggiore città dei Paesi Baltici: dato che le capitali sono solo tre un’informazione di questo tipo mi sembra quasi ridicola.

Un raffreddore “della madonna”

Da un paio di giorni ho iniziato la lettura del romanzo “Quello che ti meriti” di Anne Holt (2001, titolo originale “Det som er mitt”, traduzione di Luca Lamberti). A circa un terzo del libro si incontra l’espressione “raffreddore della madonna”. Ho fatto qualche ricerca in internet per capire quali fossero gli equivalenti inglesi e norvegesi, ma purtroppo non sono riuscito a trovare nulla. Sembra che i traduttori di “krim” si divertano a inserire nelle loro versioni frasi tipicamente regionali (“della madonna” è caratteristico delle mie parti, cioè dell’ovest della Lombardia): lo avevo già notato e ne avevo parlato poco meno di un mese fa nei post «Facciamoci una siga», propose Kaja (30 Maggio 2014) e Soldi. Altrimenti arriva la pula. Semplice, no? (1 Giugno 2014).

Via Cùrie Marìe

Ieri sera stavo facendo zapping; saltando svogliatamente da un canale all’altro mi sono imbattuto nell’ennesimo servizio dedicato al caso di Yara Gambirasio; l’emittente era TeleLombardia, la trasmissione Iceberg, programma che, sotto la conduzione del pessimo Marco Oliva, è divenuto ormai inguardabile. A un certo punto viene inquadrato il cartello di una via di Seriate. Sopra vi campeggia la scritta “via Curie Marie”. Non ho nemmeno avuto il tempo di capire se mettermi a ridere o provare sdegno perché il curatore del servizio televisivo lo ha pronunciato proprio così: come se Curie fosse il plurale di curia e Marie il plurale di Maria. Ho pensato al povero Daniele Vimercati, al suo rivoltarsi nella tomba per la vergogna nei confronti dei suoi successori; e ancor più ho pensato alla scopritrice del polonio, tra l’altro unica donna dell storia ad aver vinto due premi Nobel. L’ignoranza dei giornalisti padanioti è senza limiti. Cristian Vezzoli, il sindaco leghista della cittadina bergamasca, faccia un bel gesto e – quando ha un attimo di tempo – proceda alla sostituzione di quel cartello, invertendo nome e cognome della grande scienziata di Varsavia.

Merla amica

– ami Carmela?
– Carmela mai: ricama male!
– Carla, ami me?
– amai Marcel

Parole che finiscono in -cidio

Di seguito una lista di vocaboli che terminano in -cidio. L’elenco è aperto a eventuali contributi.

acarocecidio
apicidio
ascidio
batteriocecidio
biocidio
cecidio
deicidio
eccidio
ecocidio
elmintocecidio
entomocecidio
etnocidio
feticidio
fitocecidio
fitoptocecidio
fratricidio
gelicidio
genocidio
gracidio
infanticidio
liberticidio
matricidio
micocecidio
micozoocecidio
nematocecidio
nematodocecidio
omicidio
parricidio
pleurocecidio
pluriomicidio
regicidio
sororicidio
stillicidio
suicidio
tirannicidio
uxoricidio
zoocecidio

Console giapponese a Kaunas, ma sopratutto eroe di Lituania

La storia di Chiune Sugihara, vero e proprio eroe per migliaia di ebrei lituani e polacchi, è poco nota, ma merita di essere conosciuta. In assenza di una pagina di Wikipedia in lingua toscana a lui dedicata (spero che qualcuno avrà modo di realizzarla presto) è possibile affidarsi (come quasi sempre) alla corrispondente versione inglese, ben scritta e sufficientemente ricca di dettagli e informazioni.

Paperi creoli

Se “paperi creoli” non dovesse bastare aggiungo “epico re pirla”, “cippo irreale” e “creare polipi”. Qual è il modo di dire (evangelico) che si nasconde dietro questi quattro anagrammi?

Ailgadem

Il rovescio della medaglia.

Come si chiamano i tifosi del Chievo Verona?

Clivensi.

La formica sulla lancetta dei secondi

Prendiamo un comune orologio da parete dotato della lancetta dei secondi, uno di quelli che – per capirci – si trovano nelle cucine delle nostre nonne. Immaginiamo ora di fissare una formichina sull’estremità della lancetta. Avete idea di quanti metri percorre in un giorno quella formica? Ogni minuto essa disegna una circonferenza e di minuti in un giorno ce ne sono 1.440. Se supponiamo che la lancetta sia lunga 12 cm ciò significa – provate a eseguire il semplice calcolo – una percorrenza di 1 km e 86 metri.

Toad spitters, toad swallowers

Il rospo non è propriamente uno degli animali più apprezzati del regno animale. È ritenuto brutto, viscido e velenoso (e in parte lo è per davvero). Da qui l’esistenza, nella nostra lingua, di due espressioni come “sputa il rospo!” e “ingoiare il rospo”. Negli equivalenti inglesi, invece, non c’è traccia di anfibi.

spunta il rospo! = spit it out! / out with it!
ingoiare il rospo = to bite the bullet

E poi c’è il famoso Urban Dictionary, che alla voce “toad” ne scrive di cotte e di crude (date un’occhiata).

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