L’umorismo di Marit

Luca, il compagno milanese di Marit, mi scrive da Tallinn, dove vive, per dirmi che anche loro avranno presto una bambina. Scrivo quindi a Marit.

Nautilus: Marit, aspetti una bambina!
Marit: I know already!

Esempio di unorismo estone ben riuscito.

Caffellatte, caffè latte, caffè e latte, caffelatte

La forma corretta sarebbe “caffellatte”, con la doppia elle, ma sono ammesse anche “caffè e latte” e “caffè latte”; sconsigliato l’uso di “caffelatte”, con una sola elle. Bene, queste raccomandazioni possono andar bene per il Toscano parlato in Italia; l’unica forma che conosco io e che accetto nel Toscano parlato in Padania invece è proprio “caffelatte”.

Caffelatte alle ginocchia

È una persona davvero noiosa, specialmente la mattina quando si alza: mi fa venire il caffelatte alle ginocchia.

Lì al quadrato

2 = lì per lì.

Balticuore

Mi sono innamorato di tre ragazze: una di Vilnius, una di Riga e una di Tallinn. Ogni volta che le vedo mi viene il balticuore.

Avambraccio o avanbraccio?

La forma ufficialmente corretta è la prima, sebbene a mio parere potrebbero andar bene entrambe. Ecco le occorrenze fornite da Google.

avambraccio: 483.000
avanbraccio: 29.700

Mio malgrado mi rado di rado

Mi chiamo Corrado e son di Belgrado
Padre polacco, nato a Leningrado

Mio malgrado, mi rado di rado
Vivo, praticamente, allo stato brado

Ho pochi cappelli, io mi dirado
Ma in testa ho un sogno, chiamato Colorado

Personalizzabile, modificabile, ampliabile dai lettori; ecco alcune altre parole che terminano in “-rado”: aggrado, antidegrado, biodegrado, buongrado, degrado, digrado, eldorado, estrado, grado, i(n)strado, parigrado, semibrado.

Parlare ad avambraccio

Era un tipo tirchio; quando doveva improvvisare un discorso parlava ad avambraccio.

Quante sono le isole dell’Estonia? Ultimamente circa 800 in più di prima

La notizia è stata riportata oggi dal Daily Telegraph in questo articoletto e da altri mezzi di informazione (vedi per esempio qui).

Mappamondo baltico

gaublys (Lituano)
globus (Danese, Polacco, Tedesco)
globuss (Lettone)
gloobus (Estone)
jordglob (Svedese)
karttapallo (Finlandese)

Si noti che – sebbene lo sappiano in pochi – anche in Toscano il termine corretto è “globo”; “mappamondo” è considerata voce impropria, per quanto diffusissima.

Špagatas

“Špagatas” fa pensare agli spaghetti, ma significa “spago”; la “s” finale viene interpretata come un plurale, ma si tratta di un singolare maschile. Il termine è entrato in Lituano per il tramite del tedesco “spagat”. È noto che “spaghetti” non è che il diminutivo di “spago” (voce peraltro di origine incerta), ma il corrispondente lituano della tipica pasta è “spagečiai” (pronuncia: spaghècæi).

Trovato il primo tartufo commestibile di Lettonia

Qui i dettagli della notizia.

Blod på snø (sangue sulla neve)

“Blod på snø” (2015) è l’ultimo romanzo di Jo Nesbø. Si tratta di un breve lavoro sperimentale, solo in parte accostabile al genere “krim” che ha tributato fama mondiale allo scrittore norvegese. Non mi ha entusiasmato particolarmente, per quanto non si possa nemmeno definire brutto; direi, più semplicemente, che è un’opera prescindibile.
Qui da noi è uscito con il titolo “Sangue e neve” (traduzione di Eva Kampmann). Ora mi domando: ma perché anche di fronte a un titolo così chiaro e semplice come “sangue sulla neve” c’è stato bisogno di proporre un’alterazione? Forse “sangue sulla neve” non suonava abbastanza appetibile per il pubblico nostrano?

Klein, piccolo o malaticcio

A seconda che “klein” sia considerato in Tedesco o Norvegese.

Dalla “a” straniera alla “o” lituana

Il Lituano ha mostrato nel tempo una certa tendenza a mutare la “a” tonica in “o” nei termini provenienti da altre lingue. Ecco alcuni esempi: il polacco “kasza” (pappa, porridge, semolino) che è diventato “košė” (pronuncia: kòše), il polacco “tarakan” (scarafaggio) che è diventato “tarakonas” (pronuncia: tarakònas), il polacco “papier” che è diventato “popierius” (pronuncia: pòpierius, con le due “i” appena accennate e che quasi non si avvertono), il toscano/tedesco/polacco fortepiano/fortepiano/fortepian che è diventato “fortepijonas” (pronuncia: fortepjònas).

Ignalinos (Vilkakalnio) apžvalgos bokštas

Quella che affettuosamente chiamiamo nonna Milda quest’anno ci ha regalato un bellissimo atlante stradale della Lituania. E così ieri ho scoperto che a Ignalina esiste una torre d’osservazione (la torre non è minimamente segnalata, ed è un peccato). Si trova nel cuore della città, nei pressi dell’inconfondibile antenna bianco-rossa per le telecomunicazioni, ed è alta 26 metri distribuiti su dieci rampe di scale. Qui si può avere un’idea della vista che si ha dall’altro. La torre è anche nota come Vilkakalnio apžvalgos bokštas.

Si possono sommare mele e pere in Lituania ed Estonia?

Dopo aver trattato il tema qui (limitatamente alla lingua inglese), ho fatto qualche ricerca per capire se il famoso ammonimento algebrico “non si possono sommare mele e pere” avesse qualche riscontro in Lituania ed Estonia. Ebbene, sentito il parere di amici, conoscenti e parenti (oltre all’immancabile Google) sono giunto alla conclusione che nei due Paesi baltici non esiste nulla di simile.

Compasso baltico

circulis (Lettone)
cyrkiel (Polacco)
harppi (Finlandese)
passer (Danese)
passare (Svedese)
sirkel (Estone)
skriestuvas (Lituano)
zirkiel (Tedesco)

Si noti come nella metà dei casi sopra è ancora ben visibile l’origine latina “circulus”. Anche in Lituano, dove il termine ufficiale è oggi “skriestuvas”, resiste la forma “cirkelis”, sebbene considerata antica e/o dialettale (“cirkelis” è entrato in Lituano con la probabile mediazione di Polacco e Bielorusso).

Tenoras, baritonas

Due esempi di toscanismi presenti in Lituano che però hanno un’accentazione diversa rispetto alla forma di origine: tènoras e baritònas (al posto di tenòras e barìtonas). La ragione è dovuta al fatto che l’ingresso di questi termini non è avvenuto per via diretta, ma tramite la mediazione di (almeno) un’altra lingua; certamente il Polacco nel caso di tenoras e probabilmente il Russo nel caso di baritonas.

TŽŽ

TŽŽ sta per “tarptautiniu žodžiu žodynas” (dizionario dei termini internazionali) ed è uno dei più famosi e usati acronimi tra i linguisti lituani. Solitamente è seguito da due cifre che indicano l’anno di pubblicazione/aggiornamento.

Mati Karmin e i residuati bellici trasformati in arte

Questo articolo pubblicato oggi su Business Insider Australia mi ha fatto conoscere Mati Karmin, un pregevole artista estone che, tra le altre cose, ha trovato il modo di trasformare alcuni residuati bellici della seconda guerra mondiale in inaspettati oggetti di uso comune.

Il granitas lituano non è la granita siciliana

“Granitas” è un chiaro esempio di falso amico tra Lituano e Toscano ed è anche un toscanismo. Significa “granito” e non “granita”; quest’ultima bevanda è ancora sconosciuta in Lituania e dunque al momento non esiste un termine equivalente.

Esistono parole indeclinabili in Lituano?

Sì, ma sono rarissime e si tratta di termini importati da altre lingue. L’esempio più tipico è probabilmente il toscanismo “moto” (motto).

Cancellatrice di lavagnette

Mia figlia di tre anni e mezzo ha trovato un nuovo gioco: cancellare le lavagnette su cui sono scritti i menù dei ristoranti. E a volte non riusciamo a fermarla in tempo. Per fortuna qui in Lituania, almeno per ora, sono stati tutti molto pazienti e comprensivi.

Šviežias suris, Itališkas suris, picų suris, mozzarella, mozarela, mocarela

Sino a circa vent’anni fa si è erroneamente ritenuto che la lingua lituana non avesse necessità di ricorrere al forestierismo “mozzarella”; come conseguenza si è tentato di elaborare una serie di espressioni equivalenti, a volte anche un po’ contorte, come per esempio “šviežias suris” (formaggio fresco), “Itališkas suris” (formaggio italiano) e “picų suris” (formaggio da/per pizza).
Oggi nessuno potrebbe più fare a meno di “mocarela”.

L’introduzione in Lituano della voce “mocarela” ha anche una storia curiosa. Questo termine, infatti, inizialmente è entrato nella lingua per via scritta; di fronte a “mozzarella” i Lituani hanno dunque creato l’adattamento “mozarela”*, ma non conoscendo la fonetica originale pronunciavano “mosarela”, con la “s” di rosa (il cui suono in Lituano corrisponde alla consonante “z”). Con la successiva e prorompente diffusione dell’originale toscano si è compresa anche la pronuncia corretta, e da lì la nascita di “mocarela”, oggi imprescindibile.

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* in Lituano non esistono doppie, se non in alcune parole composte dove vengono comunque pronunciate separate, oppure in alcuni termini tecnici musicali importati dal Toscano (es. “allegretto”)

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