Nei commenti al post Senza offesa, … Mauro citava un’espressione con caratteristiche simili. In effetti le espressioni di questo tipo sono molto numerose. Ne riporto un piccolissimo campione; voi sarete certamente bravi a integrare:
“Non voglio certo farti i conti in tasca, ma…”, “Non mi permetterei mai di giudicarti, ma…”, “Non voglio darti lezioni di vita, ma…”, “Con tutto il rispetto…”, “Non sono affari miei, ma…”, “Non voglio spettegolare, ma…”.
Tutte hanno la medesima caratteristica: nella premessa viene esposta una negazione che è disattesa immediatamente dopo. Probabilmente l’intento in buona fede è quello di preparare l’interlocutore a ricevere un’osservazione negativa, ma questo modo di agire è tanto falso quanto inelegante. Ci sono casi in cui si può certamente preparare il nostro destinatario a ricevere un messaggio non gradito, ma i modi da scegliere sono ben diversi: devono essere diretti e privi di equivoco. Vi cito un esempio di qualche giorno fa in cui ho detto quel che leggerete al mio cliente più importante (da cui proviene poco meno del 40% del mio fatturato annuo):
Roberto, alt. Questa è la terza telefonata in due giorni su questo tema ed è la terza volta che vai nella direzione di complicare il modello di pianificazione dei target. Sai che non ti piace sentire queste parole, ma il mio compito è anche quello di dirti cosa penso, a differenza dei tuoi sottoposti che invece fanno gli yesmen a comando. Ti ricordo che mi paghi per questo. Te l’ho detto dozzine di volte: devi resistere alla tentazione di introdurre complicazioni laddove non servono. Guarda Ivan, guarda Jacopo: modelli semplici, chiari, veloci, che i loro area manager compilano in modo accurato e nel giusto tempo. E i loro risultati sono stabilmente migliori dei tuoi; la loro produzione è spalmata in modo più uniforme sul mese, la loro curva di Pareto è più equilibrata della tua; la rete vendita è meno stressata e quindi più produttiva. Chi ha fatto i loro modelli? Io. Non mi vuoi ascoltare? Fai pure, ma ti dico già ora che tra due o tre settimane, quando gli AM non avranno compilato il file dei target nel modo che ti aspetti, perché ti diranno appunto che ci vuole troppo tempo e le info sono troppo dettagliate, mi scriverai per dirmi che dobbiamo semplificare il modello. Bottiglia di whisky?
Un esempio in cui sono stato meno diplomatico e che riguarda un cliente più piccolo (15% del fatturato):
Giorgio, è arrivato Marzo e come spesso accade a Marzo e a Ottobre entri in questa tua famosa modalità EA: emergenza-assenza. Ti diventa tutto urgente, mi chiedi una marea di cose, poi le lasci lì per settimane. A volte non è che non sono lavori urgenti: sono lavori inutili, che non utilizzi nemmeno. Non puoi mettere sempre tutte le cose in alto a destra nella matrice importanza-urgenza. Le cose non possono essere tutte contemporaneamente urgenti e importanti. Infatti non lo sono, le stai mappando in modo sbagliato, perché sei arrivato all’ultimo e ti sta salendo il panico. Poi mi chiami, non mi ascolti, e vuoi che ti faccia tutto in poche ore. Ma non è che non posso lavorare per gli altri per fare tutto per te. Ti ho già detto una volta che l’unica agenzia di cui posso fare a meno è la tua, e sai che è così.
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