Marta è Morta in Lituania

Se la frase fosse scritta in maiuscolo sarebbe un bisenso, ma così il senso è uno solo. Quale?

VDTQCSS?ND

Qual è la lettera mancante? Pensate in Milanese o non la indovinerete mai.

Vivienne

Qual è la particolarità linguistica di questo nome?

Sei una capra baltica

Fraseologia baltica essenziale.

Tu esi ožka (Lituano)
Tu esi kaza* (Lettone)
Sa oled kits (Estone)

_____

* falso amico tra Lettone e Toscano; la pronuncia di kaza è identica a casa

Si dice rumeno o romeno?

Questo interessante articolo aiuta a capire la questione.

I ga igà i gài…

Mentre facevo una ricerca su temi matematici mi sono imbattuto per caso nello scioglilingua veneto “i ga igà i gài” (scritto in più modi diversi, o meglio, con accenti in più posizioni). Per noi Lombardi il Veneto è abbastanza semplice da comprendere (non vale il viceversa), quindi non è difficile capire la traduzione: hanno legato i galli (intesi come pennuti, ovviamente).

Mi pare di poter dire che quella grafia dev’essere un tentativo di trascrizione fonetica, anche se sospetto fortemente che molti Italiani nemmeno colgano la differenza tra “i ga igà i gài” e la forma corretta “i ga łigà i gàłi”.

Ho inoltre scoperto che la versione completa dello scioglilingua è “i ga igà i gài ài pài pai pòi” (cioè “i ga łigà i gàłi ài pàłi pai pòłi”). Il tema di questo post riguarda proprio questa versione lunga. A parte che in alcuni casi si trova pei al posto di pai, quello che non capisco è appunto il modo di scrivere “pai/pei”. Il significato è “hanno legato i galli ai pali per i polli”, quindi “per i” (preposizione semplice + articolo) dovrebbe scriversi “pa i” o “pe i”, non “pai/pei”. Qualche Veneto di passaggio può chiarirmi la questione?

Triangoli esto-finnici

Triangolo equilatero: võrdkülgne kolmnurk (Estone), tasasivuinen kolmio (Finlandese)

Triangolo isoscele: võrdhaarne kolmnurk (Estone), tasakylkinen kolmio (Finlandese)

Triangolo rettangolo: täisnurkne kolmnurk (Estone), suorakulmainen kolmio (Finlandese)

Triangolo scaleno: erikülgne kolmnurk (Estone), yleinen kolmio (Finlandese)

Triangoli baltici

Triangolo equilatero: lygiakraštis trikampis (Lituano), vienādmalu trijstūris (Lettone)

Triangolo isoscele: lygiašonis trikampis (Lituano), vienādsānu šaurleņķu trijstūris (Lettone)

Triangolo rettangolo: statusis trikampis (Lituano), taisnleņķa trijstūris (Lettone)

Triangolo scaleno: įvairiakraštis trikampis (Lituano), dažādmalu platleņķa trijstūris (Lettone)

Te ghe la pecola?

– Ué, te ghe la pecola?

– Che roba l’é la pecola?

– La pel del cü che la se discola

Detto milanese. Lo si dice a una persona che non ha voglia di fare una certa cosa o di non fare nulla, come se avesse di che preoccuparsi per una malattia immaginaria: la pecolla, la pelle del culo che si stacca.

3* + 5* = ?

La soluzione ve la do io: *** *****. Il significato me lo dite voi.

Lituania: il parlamento approva l’uso di nuove consonanti

Di cosa si tratta? Leggete qui.

Non fermiamoci a lucifero

Lucifers, lucituli, lucilatum, luciferre.

Maldininkas

Oggi mia figlia ha fatto il suo primo incontro ravvicinato con una bellissima mantide religiosa. E così ho scoperto che in Lituano mantide religiosa si dice maldininkas (che è un nome maschile).

Lavori in corso

Travagliu stradale.

Ho una bellissima sorpresa in serbo

Имам дивно изненађење.

Šiemet

Avverbio lituano che significa “quest’anno”. Curioso come suona alle nostre orecchie, vero?

Ma sì, luna o uomo, cosa vuoi che sia?

Perché una nazione intera sbaglia da anni una pronuncia così semplice? E i ragazzi che non si lamentano nemmeno. Misteri.

Comprare un gatto nel sacco

Da noi si dice “comprare qualcosa a scatola chiusa”. L’equivalente lituano è “pirkti katę maiše”, cioè comprare un gatto nel sacco (senza poterlo vedere).

Vasara, vasaris, pavasaris

Era un sacco di tempo che non mi capitava di scrivere un post partendo dal commento di un mio lettore, ma l’intervento di franconich di oggi non ha potuto che spingermi (e volentieri) in questa direzione.
Tutto è partito da questo post. Si parla del mese di Febbraio (vasaris) e della sua derivazione dalla parola vasara (estate), però c’è un terzo incomodo che in quel post non ho citato: pavasaris, la primavera, che letteralmente significa “prima dell’estate”. E fin qui c’è quello che già sapevo. Ora veniamo a quello che ho scoperto nel pomeriggio.

Non è la prima volta che la mia curiosità linguistica mi porta a individuare inattese connessioni tra Lituano e Latino, per poi scoprire che dietro c’è sempre il Sanscrito. Ed è stato così anche questa volta.

Come si dice primavera in Latino? Primovere, cioè, prima di… “vere”. Già, vere, ma cos’è quel vere? Vere deriva dalla radice sanscrita “vas-“, che significa “splendente”, “ardente”. L’estate, infatti, è la stagione del sole che splende e che arde.

Ma allora perché gli antichi Romani hanno creato un termine diverso per estate? Questo al momento non è noto (almeno non è noto a me), ma qui c’è un altro fatto interessante. La parola estate deriva dal latino “aestas”, termine che significa “calore bruciante” e che – di nuovo – origina dalla radice sanscrita “idh-” o “aidh-“. Insomma, alla fine siamo tutti connessi.

Personalmente ho l’impressione che non tutto quadri nella storia che ci hanno insegnato a scuola.

Inferno baltico

ellē (Lettone)
helvede (Danese)
helvete (Svedese)
helvetti (Finlandese)
hölle (Tedesco)
pekla (Samogiziano)
piekło (Polacco)
põrgu (Estone)
pragaras (Lituano)

Non è Pałowski

10 Febbraio 2008. Paloschi fa il suo esordio in serie A nella partita Milan-Siena e dopo soli 18 secondi dal suo ingresso realizza il suo primo gol per i rossoneri.
Per qualche strana ragione, io che non seguo il calcio, in quel momento stavo sentendo la telecronaca della partita per radio. Quello che ricordo ancora molto bene è stata la mia sorpresa quando, qualche giorno più tardi, ho scoperto che Paloschi non era affatto un cognome polacco, bensì bresciano. Insomma, non era Pałowski, ma proprio Paloschi.

Così, ora mi chiedo: ci sono parole toscane che, per la loro terminazione, potrebbero sembrare polacche? Eccone alcune:

boschi (bowski)
chioschi (kijowski)
foschi (fowski)
loschi (łowski)
toschi (towski)

asterischi (asteriwski)
basilischi (basiłiwski)
cincischi (czincziwski)
dischi (diwski)
fischi (fiwski)
giradischi (dżiradiwski)
mangiadischi (mandżjadiwski)
menischi (meniwski)
nevischi (newiwski)
obelischi (obełiwski)
pietrischi (pjetriwski)
piovischi (pjowiwski)
rischi (riwski)

battaž
bricolaž
brocantaž
brokeraž
collaž
coquillaž
decoupaž
demaquillaž
depistaž
derapaž
dressaž
entouraž
escamotaž
foliaž
fotoreportaž
garaž
maquillaž
menaž
mixaž
perlaž
reportaž
staž
vernissaž

Desservir

Mia figlia mi chiede cose (papà da dove deriva la parola dessert?), capita che non le so, le cerchiamo assieme, ed entrambi impariamo qualcosa di nuovo.
L’etimologia di dessert è questa.

Tabelline baltiche

daugybos lentelė (Lituano)
einmaleins (Tedesco)
kertotaulu (Finlandese)
korrutustabel (Estone)
multiplikationstabel (Danese)
multiplikationstabell (Svedese)
reizināšanas tabula (Lettone)
tabliczka mnożenia (Polacco)

El consolador

Per curiosità sono andato a cercarmi come si dice dildo in varie lingue. Nella maggior parte dei casi non vi sono variazioni rispetto all’Inglese; fanno però interessante eccezione alcuni idiomi:

Catalano (consolador, o godomaci)
Ceco (umělý penis)
Esperanto (gadmeso)
Finlandese (hieromasauva)
Francese (godemichet)
Gallese (cala goeg)
Irlandese (dilectán)
Occitano (gadamissí)
Polacco (atrapa prącia)
Portoghese (consolo, o consolador)
Spagnolo (consolador)
Turco (yapay penis)

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