Cosa cacchio è il cacchio?

Stando al vocabolario Treccani: “getto infruttifero di un albero coltivato (vite, pomodoro, …). Il dizionario Hoepli specifica ancor meglio: “germoglio infruttifero, che si elimina per dare maggior vigore ai rami fruttiferi”.

Il membro è solo maschile?

Ho sempre ritenuto che far seguire la parola “membro” (nel significato di “pene”) dall’aggettivo “maschile” sia una forma di pleonasmo. Esiste forse un membro femminile o neutro?

Bartezzaghi contro Batterzaghi

Molti anni fa credevo che il cognome di Stefano Bartezzaghi fosse Batterzaghi, forse perché questa seconda pronuncia a me suonava molto più fluida. Oggi le occorrenze presenti in Google dimostrano che, per fortuna, a commettere il mio antico errore sono davvero in pochissimi.

“stefano bartezzaghi”: 70.700
“stefano batterzaghi”: 41

Chi va con il claudicante…

Secondo il proverbio classico “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”; secondo un mio amico “chi va con lo zoppo arriva in ritardo”; invece secondo Stefano Bartezzaghi “camminare con claudicante comporta contagio claudicatorio” o “chi cammina con claudicante claudicherà come costui” o ancora “chi cammina con claudicante, comincia col claudicare”. Da notare l’uso del tautogramma per rivisitare un proverbio esistente, creando quello che lo stesso Bartezzaghi ha definito “tautoproverbio”.

Il pisello tautogrammatico

Non è mai troppo tardi per certe cose; quest’estate procuratevi dunque “Parole Pasticciate” (2012), un affascinante libretto di tautogrammi scritto da Florasol Accursio (il nome vi incuriosisce? Bene, allora fate qualche ricerca!). Lì potreste leggere una curiosa lode al pisello (e non solo a lui). Miscelando pezzi qua e là saltano fuori cose del tipo “popoli pagani possedevano peni possenti” e “primo piano pene: produttore prole, prolifico pisciatore, portatore profondo piacere”, più tutto il resto che, per non rovinarvi la sorpresa, ovviamente non vi racconto. Magari potrebbe venire voglia di scrivere qualche tautogramma anche a voi.

Malsinistro

Pare che “ambidestro” e “maldestro” sono gli unici aggettivi della nostra lingua che finiscono per “destro”. Qualche lettore è così benevolo (e fantasioso) da voler sottoporre una definizione di “malsinistro”? L’unico vincolo richiesto è che non abbia a che fare con sport e politica.

Ambidestro, ambisinistro

Il termine “ambidestro” esiste e le occorrenze su Google sono circa 306.000. Il termine “ambisinistro” invece non esiste, tuttavia esso è presente su Google con ben 9.170 pagine. E, a mio parere, non si tratta nemmeno di un’invenzione linguistica fuori luogo. Se ci riferiamo a quella condizione per cui l’ambidestria è presente dalla nascita allora parlare di individui ambisinistri è inutile; in questo caso “ambidestro” e “ambisinistro” sarebbero vocaboli del tutto equivalenti, ma sarebbe preferibile il primo per via del riferimento al fatto che la maggior parte della popolazione è destra. Se però ci riferiamo a una condizione di ambidestria appresa con l’età allora il termine “ambisinistro” indicherebbe coloro che, nati mancini, hanno poi imparato a utilizzare in egual maniera mano e/o piede destro.

Novunque

Riflettevo poco fa sul vocabolo (inventato) “novunque”. Certo di non essere stato il primo a pensarci, ho fatto una verifica in Google, per scoprire che, infatti, ci sono ben 22.500 occorrenze*. Resta però un problema: “novunque” significa “da nessuna parte / in nessun luogo” oppure “non ovunque / non dappertutto”? Da un punto di vista logico la differenza è enorme (se la cosa non dovesse apprarire chiara suggerisco di dare un’occhiata a un mio vecchio post dal titolo Tutti hanno il maglione rosso).

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* quelle di “dovunque” e “ovunque” sono rispettivamente 1.360.000 e 10.800.000

Nuota come un pesce

Per un nuotatore umano di solito è una bella definizione, e sopratutto un complimento. I pesci, però, non nuotano mica tutti allo stesso modo. Anzi, gli stili di locomozione sono piuttosto vari e i principali hanno persino nomi altamente specifici (e molto curiosi). Eccoli: anguilliforme, subcarangiforme, carangiforme, tunniforme, raiforme, ostraciforme.

Per capire una donna ci vuole una donna

“Per capire una donna ci vuole una donna. Per capire un uomo ci vuole un maiale”.

[Geppi Cucciari]

Nuovo Bracconiere, il trattopub

Trattopub, una definizione di questo tipo non l’avevo mai sentita, almeno fino a domenica scorsa, quando – nel giorno più caldo dell’anno (per ora) – sono stato in quel di Sassuolo. Qui ho scoperto il Nuovo Bracconiere*, un posto davvero splendido.

Probabilmente si tratta di uno di quei rari casi in cui l’esperienza personale è stata addirittura superiore alle già lusinghiere recensioni presenti in Rete. Mi ci sono fermato con un amico per un pranzo veloce durante un viaggio da Milano a Bologna, e la deviazione dal percorso autostradale è stata più che giustificata. Il cibo è ottimo e la selezione delle birre molto interessante, sopratutto per quanto riguarda i prodotti artigianali legati al territorio (i microbirrifici del centro-sud Padania stanno vivendo un periodo particolarmente fecondo, sia in termini di qualità che di diffusione).
A fare la differenza sono la competenza, la cortesia e la simpatia del gestore Daniele e – cosa non da poco – la velocità con cui vengono serviti i piatti (merito, in questo caso, della professionalità del cuoco, altra persona molto simpatica). Menù più orientato alla stagione autunnale, ma molto ben costruito (con logica del tipo: varietà volutamente ridotta finalizzata a garantire una qualità eccellente).

Inutile dire che invidio enormemente chi abita in quelle zone, perché il posto meriterebbe di essere frequentato con una certa continuità.

La recentissima apertura giustifica (per il momento) l’assenza di un sito internet che spero possa essere realizzato quanto prima.

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* Via per San Michele 235, Frazione San Michele di Sassulo

Piede di mosca, piede sporco, corvo spiumato

Tre curiosissimi nomi per indicare un unico simbolo tipografico che oggi è tornato nuovamente in auge grazie a editor di testo come Microsoft Word.
Approfondimenti qui e qui.
Nota: “corvo spiumato” è la traduzione del termine inglese “pilcrow”.

BAMBIni rimBAMBIti

Ho scoperto su questa pagina di Wikipedia in lingua inglese che l’acronimo BAMBI verrebbe utilizzato dai bambini come artificio mnemonico per ricordare che in un triangolo isoscele la verticale che congiunge il lato disuguale con il vertice opposto è sia bisettrice che altezza che mediana.
Ebbene, io non ci credo. Questo fatto è talmente evidente che non credo ci sia bisogno di ricordarlo, tanto meno ricorrendo a simili espedienti. Inoltre, questo risultato è tutto fuorché notevole e non è di alcuna importanza. Ma se proprio devo pensare a un Paese in cui ci sono insegnanti che si affidano a queste idee non posso fare a meno di dire Stati Uniti d’America.
Per stimolare la curiosità degli studenti sui triangoli (oggetti geometrici di cui erroneamente pensiamo di sapere tutto) io, solo per fare un paio di esempi, parlerei piuttosto del Teorema di Morley (vedi anche questo post) e del Teorema di Napoleone.

Spiedini, calcolatrici e divisioni

Avete presente il simbolo della divisione che si trova sulle normali calcolatrici? Una lineetta orizzontale con un puntino sopra e uno sotto. Il suo nome tecnico è “obelo”, parola derivata dal vocabolo greco “ὀβελός” che significa “spiedino”. La lineetta può essere interpretata come il simbolo della divisione vera e propria, e i puntini come il numeratore e il denominatore. Per la divisione si utilizzano anche i due punti (:), ma sarebbe preferibile la barra obliqua (/). Da notare che l’obelo è usato anche per indicare un intervallo di valori (3 ÷ 17, valori da 3 a 17).

Hanno questa forma curiosa da orecchiette baresi

Piero Angela sui globuli rossi.

C’ho il triangolo che zoppica

Sin da piccoli apprendiamo che, con riferimento alla lunghezza dei loro lati, i triangoli possono essere classificati in equilateri, isosceli e scaleni*. Vi siete mai chiesti da dove deriva il termine “scaleno”? Dal latino (tardo) “scalenus”, ma prima ancora dal vocabolo greco “σκαληνός” che significa “disuguale”, “zoppicante”.

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* potreste pensare che sia stato tralasciato il triangolo rettangolo; questo però fa parte di una seconda linea di classificazione basata sull’angolo interno più ampio; in questo caso si parla di triangoli acutangoli, rettangoli e ottusangoli

L’arte della dieta bilanciata

Quattro immagini (realizzate da Elena Mora) che trovo particolarmente suggestive e che sono supportate da una semplice ma grande idea di fondo: quella di un equilibrio sia sul piano nutrizionale che fisico-geometrico. Suggerisco di dare un’occhiata anche al resto del sito. Piacerà alle mie lettrici per is uoi molteplici contenuti e per opere come “Lesson n° 1: bring me flowers on the first date” che potete trovare qui.

Una settimana a forma di ferro di cavallo

Pare che il 20% delle persone abbia sviluppato nel corso degli anni una specie di rappresentazione spaziale del tempo e del suo trascorrere. I mesi sono visti come un anello (a volte come una spirale) oppure come un nastro che si stende progressivamente davanti a loro. C’è chi vede i decenni come se fossero figure che procedono a zig zag. Un anno può essere visto come un anello in rotazione, e le settimane vengono percepite in svariati modi: ferri di cavallo, semicerchi, curve con forme più complesse e persino tessere del domino. Io non vedo nulla di tutto ciò, e voi?

Puntini ellittici

I puntini di sospensioni in Inglese io li ho sempre chiamati “dots”, come mi è stato insegnato molti anni fa durante un corso estivo a Bournemouth. Ora apprendo dalla versione britannica di Wikipedia (vedi qui) che il loro nome tecnico è “ellipsis” o, in alternativa, “suspension point” (al singolare!), “points of ellipsis”, “periods of ellipsis”. Nel linguaggio colloquiale si direbbe invece “dot-dot-dot”. Tuttavia io rimango del parere che “dots” sia ancora la forma più diffusa, proprio quella che Wikipedia non cita nemmeno.

La risalita verticale delle temperature

Oggi, in un servizio del TG5 delle 13:00 sull’ondata di caldo di questi giorni, ho sentito dire che le temperature sono destinate a risalire il termometro in verticale. Qualcuno conosce forse temperature che salgono in diagonale od orizzontale?

Il legame tra ateismo e tasso di omicidi

Sono sempre più convinto che l’Estonia stia antipatica a molti. Mi sono imbattuto per caso in questo articoletto intitolato Atheist supremacy easily debunked, in cui si delinea una strampalata relazione tra numero di credenti di un Paese e tasso di omicidi.
Solitamente si dovrebbe fare molta attenzione, date due variabili, a non derivare mai una relazione di causa-effetto in base unicamente alla loro correlazione. Come ho ricordato in altre occasioni su questo blog, se due variabili sono una causa dell’altra allora esse sono anche correlate, ma il viceversa non è necessariamente vero (anzi, spesso non lo è). Qui, tuttavia, siamo di fronte a un caso più grave. Il passaggio in esame è il seguente:

«In Europe, Estonia has the lowest amount of believers, and its murder rate is consistently the highest. Austria, one of the most religious, has a murder rate lower than all the atheist countries in Europe»

Certamente è vero che, in Europa, l’Estonia ha il minor numero di abitanti che si professano religiosi, ma non si può dire che il tasso di omicidi, per quanto non invidiabile, sia il più alto del continente; su questa pagina di Wikipedia si può vedere la lista dei tassi di omicidio volontario per singolo Paese. Sopratutto, da un punto di vista statistico (e ancor prima logico), non ha alcun senso costruire una relazione di correlazione basandosi su un campione di due soli elementi. Guardando ai tassi di omicidi volontari si nota che Moldavia e Lituania fanno peggio dell’Estonia, pur essendo Paesi più religiosi (lo stesso si può dire dell’Ucraina, che ha lo stesso “punteggio” dell’Estonia). Dall’altra parte della classifica, meglio dell’Austria fa l’Islanda, Paese che non eccelle certo in religiosità. E una situazione simile riguarda la Norvegia. Esaminando tutto il campione, in realtà, si nota che non esiste alcuna correlazione tra religiosità e tasso di omicidi.

Nel caso dell’Estonia, però, si può dire qualcosa di più: la maggior parte degli omicidi non è attribuibile a cittadini estoni, ma a cittadini russi residenti in Estonia. E, a ben guardare, i Russi sono enormemente più religiosi degli Estoni.

Ho inoltre trovato che un concetto come “supremazia dell’ateismo” (citato nel titolo) sia del tutto inadeguato, ma rivelatore del pensiero di chi lo utilizza. Un ateo non ragiona in termini di superiorità, ma di normalità, di logica e di fatti, e non sente alcun bisogno di convertire le masse all’ateismo; per contro, i fenomeni di evangelizzazione più o meno forzata sono sempre stati tipici – e lo sono tuttora – delle tre grandi religioni monoteiste che, non disponendo di argomenti scientificamente convincenti, non possono far altro che ricorrere a tutti i mezzi per piegare alle loro idee milioni di persone.

Per quelli come me le religioni occidentali sono una malattia della logica. Una malattia da cui è possibile guarire, non per essere superiori, ma per tornare a essere normali, e vivere bene e in armonia con madre natura e i suoi elementi; se ci fate caso, un po’ quello che predicano molte religioni (in realtà filosofie) orientali. O quello su cui si fondava il paganesimo prima delle truculente ondate dell’invasione cristiana.

Sta all’estate come l’ibernazione sta all’inverno

Partendo da “ibernazione” e pensando alle stagioni ho creato quasi per scherzo il vocabolo “estivazione“, per poi scoprire che esso esiste per davvero, proprio con il significato che ci aspetterebbe di trovare!

Triangolo di asterischi (o asterismo)

Ogni tanto in qualche libro ingiallito recuperato in biblioteca mi capita ancora di vedere impiegati gli ormai rarissimi asterismi. Ne parlo perché il nome mi è sempre piaciuto.

Le mappe del pregiudizio di Yanko Georgiev Tsvetkov

Di questo artista bulgaro mi aveva parlato molti mesi fa Gio Ve. Ora sono riuscito a reperire questo sito in cui l’artista propone anche altre opere.

Nove mesi in due minuti (jauns sākums)

Un video lettone che ho trovato molto simpatico. Si intitola “jauns sākums” (“un nuovo arrivo” o “un nuovo inizio”).

Voci precedenti più vecchie