Io OpenAI, tu OpenASTI, egli OpenÒ, …

È così difficile imparare la pronuncia di OpenAI?

Quando vai sul sicuro

Poco fa controllo le ultime notizie ANSA quand’ecco il titolone a effetto: “Arresti e deportazioni, il piano di Trump contro i migranti”. Ci risiamo, mi dico, vuoi vedere che quelle capre ignoranterrime dei giornalisti italioti e padanioti hanno di nuovo preso un gigantesco abbaglio con le traduzioni dall’Inglese? E infatti, cercati gli articoli originali, ho trovato esattamente quel che mi aspettavo.

Riportiamo, dunque, la definizione del verbo “deport” tratta dall’Oxford:

expel (a foreigner) from a country, typically on the grounds of illegal status or for having committed a crime.

“he was deported for violation of immigration laws”

Non “deportazioni”, ma “espulsioni”. Ora vediamo se dall’ANSA si passerà ai radio e telegiornali e poi ai soliti politici strumentalizzatori di sinistra.

Traffico al valico con la Croazia

Sono quasi dieci giorni che quasi tutti i telegiornali parlano, con riferimento al fine settimana appena trascorso e al prossimo, di traffico ai valichi di Francia, Slovenia e Croazia. Mi sono addormentato un attimo e sono cambiati i confini della Padania?

Effe-bi-ai

O dici ef-bi-ai o dici effe-bi-i. Se dici effe-bi-ai sei una capra.

Il famoso ponte del 25 Aprile 2022

Da almeno una settimana i principali TG (forse anche i quotidiani, che però non leggo più da anni) ci parlano del ponte del 25 Aprile. Ma se il 25 Aprile cade di lunedì come fa a esserci un ponte? L’unico possibile, ma improbabile, è quello fatto da chi si prende ferie da martedì 26 a venerdì 29, per collegarsi al weekend successivo.

Carling

Is the new buling.

Almeno la prima dose

Ho atteso oltre due settimane per scrivere questo post, con la speranza di vedere qualcosa cambiare. Invece non è cambiato nulla: la ben nota (e mostruosa) ignoranza numerica dei giornalisti italioti e padanioti ha trovato ancora una volta conferma. Negli annunci dei telegiornali, infatti, si continua a sbagliare il concetto elementare di “almeno la prima dose”.

Facciamo un esempio. 19 milioni di soggetti vaccinati, 6 dei quali con entrambe le dosi. Qual è il modo corretto di descrivere questa situazione? Quello che segue: 19 milioni di soggetti hanno ricevuto almeno la prima dose; tra questi, 6 milioni le hanno ricevute entrambe.

Come, invece, ci viene descritta la cosa? 13 milioni di soggetti hanno ricevuto almeno la prima dose; 6 milioni le hanno ricevute entrambe.

Ora, evidentemente a chi confeziona le notizie non deve essere chiaro il concetto di “almeno la prima dose”, che significa che o hai ricevuto una sola dose o più di una (nello specifico due). Quindi 13 milioni non sono i soggetti che hanno ricevuto almeno la prima dose, ma quelli che hanno ricevuto solamente la prima dose.

Possiamo schematizzare anche così: C = A + B, dove:

A = soggetti che hanno ricevuto solo la prima dose

B = soggetti che hanno ricevuto entrambe le dosi

C = soggetti che hanno ricevuto almeno la prima dose

Non ricordo a che età si insegnano queste cose, ma credo abbastanza presto. Forse non alle scuole primarie, ma di certo alle secondarie inferiori. Per esempio, il concetto è già chiaro a mia figlia di nove anni senza che nessuno le abbia spiegato nulla.

Ma sì, luna o uomo, cosa vuoi che sia?

Perché una nazione intera sbaglia da anni una pronuncia così semplice? E i ragazzi che non si lamentano nemmeno. Misteri.

Perseverare (nell’errore)

UK: /ˌpɜːrsɪˈvɪərəns/ e US:/ pûr′sə vērəns/

In questi giorni (e sarà così ancora per qualche tempo) sembra di assistere a una specie di gara telegiornalistica a chi sbaglia di più la pronuncia. Amico giornalista, non sai come si pronuncia? Non fare di testa tua, apri Google e informati. Ci vuole un attimo.

La/il BrExit

Toh, nelle ultime 24 ore si è passati da “la” BrExit al “il” BrExit.

Chi l’avrebbe mai detto, il relitto del Titanic si sta sbriciolando

Ieri praticamente tutti i quotidiani e i telegiornali hanno dedicato parte del loro spazio al Titanic, il cui relitto si starebbe sbriciolando (il pezzo da cui hanno tratto la notizia dovrebbe essere questo articolo pubblicato sul Guardian).
Ora, fatemi capire, ma una struttura prevalentemente metallica che da oltre 107 anni si trova a quasi 3.800 metri di profondità cosa dovrebbe fare nel corso del tempo: tornare come nuova?

Sì sì, lo so: temperature basse, limitata presenza di ossigeno, minor quantità di batteri e tutto quello che volete, ma è solo una questione di tempo, non certo un tema di erosione sì erosione no.

Curiosamente tutti i quotidiani che ho consultato (nelle loro versioni online) hanno citato, anche più volte, la casa di produzioni Atlantic Productions, pluripremiata e in procinto di realizzare un documentario proprio sul relitto del Titanic.

Non esiste nessuna Zuzana Caputova

La neoeletta presidente della Slovacchia si chiama Zuzana Čaputová, non Caputova; una c al posto di una č, infatti, fa una bella differenza di pronuncia. Come sempre i subgiornalisti italioti e padanioti hanno perso l’ennesima occasione per fare copia-e-incolla dalla stampa locale, o almeno da Wikipedia. Capre cosmiche.

Uccide la madre e la mangia a pezzi con il cane

Notizia letta ieri sull’ANSA. Se non si approfondisce il contenuto il titolo è ambiguo: il tizio mangia la madre e il cane (la madre magari a rappresentare il pasto principale e il cane a fare da contorno) o il tizio e il cane mangiano insieme la madre?

Bacio d’utenza

Ieri sera, poco dopo le 21:30, ricevo una chiamata da un ristorante di Stoccolma. È il sindaco del mio paese; mi ragguaglia su una situazione di notevole disagio creatasi all’improvviso per il fatto che sul territorio, da inizio anno, non abbiamo più un pediatra. In pratica l’unico pediatra che avevamo se ne è andato in pensione senza comunicare nulla alla ASL (o come si chiama adesso) e sopratutto ai suoi assistiti. Mi dice che come sindaco può fare ben poco se non mettere a disposizione della cittadinanza un locale per i pediatri dei comuni limitrofi e che ha rilasciato un intervista a un quotidiano. Questa mattina mi gira l’intervista via Whatsapp. Non posso fare a meno di notare un bello strafalcione del giornalista di turno (uno di quelli che segue da anni le notizie di cronaca locale): “bacio d’utenza” anziché “bacino d’utenza”, una “n” di differenza.

La cosa sorprendente è che – in un’altra accezione – “bacino” è il diminutivo di “bacio”. Mi sono domandato quali fossero le probabilità che si creasse un refuso di questo tipo.

Andiamo a sciare a Ultima Tul

Qualche giorno fa Simona Branchetti*, una nota giornalista del TG5, nel dare la notizia dell’avvicinamento della sonda New Horizons a Ultima Thule ha pronunciato il nome di quest’ultimo Ultima Tul. Che così, su due piedi, mi ha fatto pensare a una qualche località sciistica della Valdaosta o dell’Alta Savoia.
Sostengo da sempre che ai giornalisti della TV dovrebbero scrivere tra parentesi le pronunce esatte di molti termini.

Comunque, approfitto di questo post per dirvi che gli Ultima Thule (da non confondere con un’omonima formazione svedese) sono uno dei miei gruppi preferiti di rock estone; se volete avvicinarvi allo loro musica vi consiglio il doppio antologico Kogutud Teosed 1987–2002.
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* qualche anno fa questa donna mi ispirava sesso sfrenato; ora mi capita di domandarmi piuttosto di frequente come potessi aver mai pensato una cosa del genere

Ullallà che sforbiciata!

Pare che negli ultimi due giorni all’ANSA qualcuno abbia esagerato con i festeggiamenti. Guardate questo pezzo sulle novità fiscali del 2019: quando ho letto “birra, tagli a micro birrifici” (chissà perché “a” e non “ai”, poi) mi sono sùbito allarmato; per fortuna, invece, il taglio è quello delle accise. Però o il commento del titolo è stato affidato alla stessa bestia che aveva parlato di leggero aumento degli interventi dei vigili del fuoco in occasione del capodanno 2019 oppure all’ANSA di bestie ne hanno più di una; insomma, un parco-bestie.

Il giornalista scrive che l’accisa scende da 3,00 e 2,99 euro per ettolitro e definisce questa cosa una sforbiciata? Un demente, mi pare ovvio. Facciamo i conti: 2,99/3,00 – 1 = -0,33%. Wow, che sforbiciata!

Da notare un altro paio di cose: non si scrive “ad” ettolitro ma “a” ettolitro; non puoi scrivere “micro birrifici” nel titolo e “micro-birrifici” nel corpo; un minimo di coerenza; e tra l’altro è consuetudine scrivere “microbirrifici”.

Dhi! Keçi! Ahuntz! Koza! Cabra! Capra! Ged! Kits! Vuohi! Chèvre! Goat! Gobhar! Gafr! Geit! Ožka! Geess! Mogħoż! Get! Ziege! Kecske!

In leggero aumento

Il mio 2019 è cominciato con una perla giornalistica in ambito matematico (matematica spiccia, di livello elementare). Appena sveglio mi collego al sito dell’ANSA per leggere le ultime notizie (come faccio tutte le mattine) quando mi imbatto nel seguente titolo: “Capodanno, 658 interventi vigili del fuoco” (evidentemente era troppo faticoso inserire un “dei” tra “interventi” e “vigili”). Nemmeno il tempo di domandarmi se siano da considerarsi tanti o pochi che il giornalista (anonimo) pone subitanea fine al mio abbozzo di interrogativo. Ecco l’inizio del pezzo: “Sono stati 658 gli interventi dei vigili del fuoco riconducibili ai festeggiamenti di Capodanno. Una cifra in leggero aumento rispetto allo scorso anno, quando furono 519”. Gli stessi numeri sono poi stati ripresi nell’edizione delle 13:00 del TG5, e immagino anche da altri organi di informazione.

Ora, come diavolo si fa a definire “leggero aumento” una variazione da 519 a 658? Oh bestia di un giornalista, fai i conti: 658/519 – 1 = 26,78%. Questo è un leggero aumento secondo te? Un aumento annuo del tuo stipendio del 27% lo chiameresti leggero? Dhi! Keçi! Ahuntz! Koza! Cabra! Capra! Ged! Kits! Vuohi! Chèvre! Goat! Gobhar! Gafr! Geit! Ožka! Geess! Mogħoż! Get! Ziege! Kecske!

Sul tetto d’Europa

Quando qualcuno vince una competizione sportiva a carattere continentale e il giornalista di turno titola o scrive “sul tetto d’Europa” a me girano piuttosto vorticosamente. Un po’ di fantasia, perbacco, sono decenni che si usa quest’espressione!

Il re di questo, la regina di quello…

La stampa italo-padana di matematica non si occupa praticamente mai. Ieri lo ha fatto, mostrando il suo consueto provincialismo, in occasione dell’attribuzione ad Alessio Figalli della Medaglia Fields 2018. E come lo ha fatto? Appioppando al nostro una delle espressioni più idiote e insopportabili che io conosca: re della matematica.

Ira di X

Va di moda presso i giornalisti padanioti e italioti l’espressione “ira di X” per descrivere il risentimento (magari anche appena accennato) di un qualche esponente governativo nei confronti di un suo compagno di partito o di coalizione. E allora ecco che leggiamo “ira di Salvini”, “ira di Di Maio”, “ira di tizio”, “ira di caio”. Ma questa gente conosce il significato delle parole che usa? L’ira è un concetto ben definito, che credevo (almeno intuitivamente) fosse noto più o meno a tutti.
Di seguito la definizione riportata dal vocabolario Treccani:

Sentimento per lo più improvviso e violento, che, provocato dal comportamento di persone o da fatti, circostanze, avvenimenti, tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta con offese, con atti di rabbia e di risentimento, con una punizione eccessiva o con la vendetta, contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato.

Chi è più ricco deve pagare meno tasse

Quella riportata nel titolo è più o meno la frase detta da Salvini ieri; frase da cui è nata la solita inutile polemica politica e giornalistica. Fuori da qualunque contesto ci sono due modi di intendere il concetto espresso da Salvini: che i ricchi devono pagare meno tasse di quante ne pagano oggi e che i ricchi devono pagare meno tasse dei poveri. Dentro un qualunque contesto di sanità mentale solo la prima interpretazione è possibile. Nonostante ciò,  buona parte della sinistra e una certa parte della stampa hanno scelto – in modo evidentemente strumentale – la seconda. E pensano che noi siamo tutti scemi e ci beviamo una simile idiozia.

Ha riconosciuto la sconfitta

In questi giorni ho sentito dire più volte “comunque X ha riconosciuto la sconfitta”, dove X stava di volta in volta per il PD, Liberi e Uguali e Forza Italia. Come se riconoscere la sconfitta sia un fatto eccezionale.
In un Paese normale questa non potrebbe mai essere una notizia giornalistica o politica: sarebbe invece una notizia medica.
Avete presente quei bollettini ospedalieri in cui si dice che il soggetto riconosce chi gli sta intorno? Ecco. Si dice che uno riconosce (o torna a riconoscere) chi gli sta intorno quando questi ha subito un trauma o esce dal coma o situazioni simili, mica c’è bisogno di dire una cosa del genere di un soggetto sano.

Tsapre, tsapre, tsapre, tsapre, tsapre, …

Di fronte al nome del primo ministro slovacco e alla vicenda dell’omicidio di un loro collega non ce la fanno proprio.
Giornalisti o capre?
Capre, capre, capre, capre, capre, …

L’osservazione dell’amico Alessandro

Se una rapina degenera e si ha spargimento di sangue i giornalisti sono soliti dire che “è finita male”. Ma perché, senza spargimento di sangue possiamo dire che la rapina è finita bene? Per il rapinatore certamente sì, ma per la vittima?

Non è tutto oro quel che è targato Le Iene

Le Iene è un programma che mi piace e che seguo abbastanza spesso. Ci sono però servizi inaccettabili.

Negli ultimi anni abbiamo avuto la lunga serie di puntate dedicate al vergognoso Metodo Stamina e, più di recente, la denuncia contro la presunta (e ovviamente inesistente) pericolosità dell’esperimento SOX presso i laboratori del Gran Sasso. In entrambe le circostanze la trasmissione televisiva ha affrontato tematiche scientifiche senza usare gli strumenti del rigore, della razionalità, della logica e – appunto – del metodo scientifico. E quando si fa così si finisce quasi sempre per commettere qualche grave scivolone e influenzare erroneamente politica e opinione pubblica, con tanto di spreco di risorse pubbliche e figuracce internazionali.

Accanto a questo primo fronte negli ultimi tempi se ne è aperto un secondo che ha avuto inizio con le presunte molestie sessuali di cui è accusato Fausto Brizzi e che è poi proseguito con l’abuso sessuale, sempre presunto, subìto da un trentottenne sardo (all’epoca dei fatti sedicenne) per opera di un famosissimo cantante. Il servizio è andato in onda martedì 12 Dicembre 2017; in esso viene mostrata la toccante confessione di Matteo intervistato da Veronica Ruggeri.

Rispetto al caso Brizzi Le Iene hanno cercato di operare con maggiore prudenza; si sono avvalsi della consulenza di Angelo Zappalà, non sono state fornite indicazioni che permettano di risalire in modo diretto al cantante e il nome dello stesso (per ora) non è stato fatto. Eppure – volutamente o inavvertitamente – sono stati rilasciati elementi non proprio marginali. La differenza tra l’attuale età di Matteo e l’epoca in cui avrebbe subito l’abuso ha permesso quasi subito di confinare gli eventi al 1995/1996, il riferimento alla presenza di Katia Ricciarelli a una manifestazione di piazza ha ristretto l’ambito al solo 1996 e, infine, le foto della struttura alberghiera hanno consentito di identificare l’hotel Excelsior di Rapallo e di dare un nome alla manifestazione canora: Palco sul Mare.
Ma ancor prima di arrivare a questo punto, solo qualche ora dopo la messa in onda del servizio, qualche ovino belante della Rete aveva già pensato di riconoscere nelle foto la località sarda di Porto Rotondo e si era spinto a fare il nome del presunto autore della violenza: Edoardo Bennato.
Alla fine, tutto campato per aria.

Si potrebbe obiettare che gli indizi forniti dalle Iene siano troppo pochi e troppo vaghi e – come detto dalla stessa Ruggeri – che in internet non vi è traccia di quell’evento estivo. In effetti se si scandaglia la Rete non si trova praticamente nulla, ma indagare sui fatti del 1996 non è poi così difficile. È sufficiente cercare tutti gli album in classifica quell’anno, controllare il mese di uscita degli stessi, fare una ricerca in Rete in cui si associa il nome del cantante a termini come “omosessuale” e “bisessuale” e di materiale ne salta fuori più di quanto si possa immaginare. Di certo sufficiente per spingere qualcuno a fare qualche nome e a buttarlo in pasto alla folla di webeti sbavanti.

E invece non funziona così. Non è così che si fa o si prova a fare giornalismo. Non si lanciano accuse senza prove. Si può raccogliere la testimonianza di Matteo, ma poi lo si accompagna a fare una denuncia presso gli organi competenti. E la cosa, almeno per un po’ (cioè fino all’eventuale processo), finisce lì; i riflettori sul caso devono essere spenti.

Dire quanto sopra non significa proteggere un artista famoso, né significa non credere alla possibilità che un cameriere sedicenne abbia subìto un abuso sessuale. Significa difendere un metodo, che consiste nel fatto che ogni affermazione, ogni accusa deve essere supportata da una prova fattuale e circostanziata. E in un mondo normale le prove le porta chi accusa.

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