Runnare (rannare)

Ecco, questa non l’avevo ancora sentita. Voi?

I pulsanti a freccia per chiamare l’ascensore

Siete al piano X e volete salire al piano X + a. L’ascensore si trova al piano X + a + b. Che cosa dovete fare? Premere il pulsante con la freccia in su per dire che voi volete salire o premere la freccia in giù per dire che volete che l’ascensore scenda? Ecco, io questa cosa non l’ho mai capita. Ergo premo entrambi i pulsanti.

In pigiama sulle scale e in ascensore

Ecco, quelli che girano per i vari piani di un palazzo in pigiama io non li sopporto. Te li trovi sulle scale e in ascensore a orari improbabili, tipo la mattina del sabato, l’intera giornata di domenica e a partire dal tardo pomeriggio di un qualunque giorno lavorativo.

L’altra sera, verso le 19:20, tornavo a casa con mia figlia. Di solito andiamo sù a piedi, ma avevamo un po’ di borse (spesa, cartella, acqua, vino) così abbiamo chiamato l’ascensore. Quando si sono aperte le porte abbiamo trovato dentro il tizio del primo piano con la nipotina che abita al secondo, sotto di noi. Erano entrambi in pigiama e avevano già cenato. Così svegli che si erano persino dimenticati di premere il bottone, e noi li abbiamo tirati giù fino al piano terra. I bambini, si sa, non hanno freni inibitori, così mia figlia ha sùbito chiesto (in loro presenza): papà, ma cosa ci fa la Sofia in ascensore in pigiama a quest’ora?

Lì è proprio tutta la famiglia così: nonni, genitori e nipote sono costantemente in pigiama. Tra l’altro pigiami orribili.

Ma poi, qual è il senso di prendere l’ascensore per andare dal primo al secondo piano?

Quelli che risparmiano sull’olio d’oliva

Io quelli che risparmiano sull’olio d’oliva non li ho mai capiti.
Nella mia famiglia – composta da mia moglie, mia figlia di quasi sei anni e me – di olio d’oliva se ne consuma parecchio. Cosa significa parecchio? Quasi una bottiglia da 750 ml al mese; il che fa circa dieci/undici bottiglie l’anno.
Ora, risparmiare due o tre euro sull’olio porta a una riduzione di costo che si aggira sulla trentina di euro l’anno. Ridicolo se si pensa che in famiglia si beve in media un po’ più di una bottiglia di vino al giorno.

Che olio consumiamo? Quello prodotto dall’azienda Sommariva di Albenga. Una decina di euro a bottiglia, trasporto fino a Milano compreso. E la differenza di qualità si sente.

Boost, pronunciato bost

Ultimamente mi è capitato di sentir pronunciare “boost” come “bost” anziché “buːst/bust”*. Ciò che mi ha sorpreso è che in tutti i casi (una mezza dozzina) si è trattato di (1) miei clienti, (2) dell’area di Como/Varese, (3) intorno ai trent’anni, e (4) con istruzione medio-alta (scuola superiore, laurea in economia).

Mi domando se sia solo un caso o se c’è dietro un fenomeno che mi sfugge. Qualcuno ha avuto esperienze analoghe?

_____
* rispettivamente British e American English

Mosùl o Mósul?

Mosul è una città dell’Iraq. In questi giorni se ne sente parlare spesso per via della battaglia cruciale che sta opponendo le forze ISIS e anti-ISIS. Fino a due giorni fa tutti i telegiornali pronunciavano Mosùl; curiosamente da ieri quasi tutti, invece, hanno spostato l’accento sulla prima vocale. Mistero.

La finestrella trasparente delle confezioni di pasta Barilla e il sustainable packaging

La Barilla dedica una pagina del suo sito (questa) ai lodevoli principi del “sustainable packaging”. Uno dei punti citati è il seguente: “minimizzare l’utilizzo di materiali eterocomposti, focalizzando le scelte su materiali costituiti da componenti omogenei di più facile smaltimento post consumo”.
Parole sacrosante, poi però da circa un anno la stessa azienda va immettendo sul mercato alcuni tipi di pasta (per esempio le penne) le cui confezioni di cartone reintroducono la finestrella di plastica trasparente. Complimenti per la coerenza!

Già che siamo in tema, sulla pagina iniziale del sito, circa a metà, vi è una sezione che illustra le quote di fatturato del gruppo nelle varie aree geografiche del mondo. Curiosa la scelta delle mappe. La cosidetta Italia è raffigurata anche con la Corsica, ma quest’ultima ricompare poi nella mappa dell’Europa. Inoltre la Turchia fa sia parte dell’area europea che di quella asiatica.

Senza soluzione di continuità

L’espressione “senza soluzione di continuità” (quattro parole, ventisei caratteri, tre spazi) significa “senza interruzione” (due parole, diciassette caratteri, uno spazio) o ancor meglio “ininterrottamente” (una parola, diciassette caratteri, zero spazi). Quindi, perché mai usare la prima al posto delle altre due?

Tutto ciò che non sopporto di mia suocera

Se siete appena capitati su questa pagina accertatevi che i punti sotto descritti non siano meno di una cinquantina. In caso contrario significa che mi avete colto in piena fase preparatoria. I contenuti di questo post sono infatti talmente vasti che per il completamento mi sono necessari giorni, settimane o forse addirittura mesi. Questo post, inoltre, è di tipo “aperto”, è cioè probabile che nuovi elementi andranno aggiungendosi nel tempo.
I fatti qui riportati sono elencati senza alcun tipo di ordine o priorità e, sebbene in forma un po’ romanzata, sono tutti rigorosamente veri.
Questo scritto potrebbe apparire un atto irriguardoso nei confronti di mia moglie. In realtà l’aspetto umoristico va preso per quello che è: nient’altro che una salutare valvola di sfogo… altrimenti l’autore dovrebbe prendere in considerazione l’omicidio. Sto scherzando (sto scherzando?).

01 la voce
Mia suocera ha la peggior voce che abbia mai sentito. Non che sia colpa sua, ma intanto è così. Sorprendentemente le cose migliorano quando dal parlato passa al canto, cosa che però accade raramente.

02 i battiscopa
Quando mia suocera fa la sua comparsa, i battiscopa di casa mia – se potessero – si schioderebbero dalle pareti per teletrasportarsi in un appartamento di un altro Paese e di un’altra epoca. Probabilmente mia suocera crede che se i battiscopa hanno questo nome è perché debbano essere colpiti con scope e spazzoloni.

03 luci, parte 1
Normalmente quando si esce da una stanza si spegne la luce; qualche volta ci si dimentica.
Normalmente quando mia suocera esce da una stanza non spegne la luce; qualche volta si ricorda.

04 coltelli in lavastoviglie
Da quando mia figlia ha cominciato a muoversi autonomamente per casa, mia moglie e io abbiamo preso l’abitudine di caricare il cestello delle posate della lavastoviglie mettendo i coltelli con la punta all’ingiù e le lame rivolte verso l’interno. La cosa è stata detta anche a mia suocera, che tuttavia continua a inserire le posate a caso. Con “a caso” intendo dire che alcune di esse vengono infilate persino in senso orizzontale.

05 bicchieri in cucina
Siete in una cucina che non conoscete, cercate i bicchieri. Alcuni (quelli di basso valore e destinati ai pasti quotidiani) sono nel pensile A, altri (impiegati per le occasioni un po’ più formali) sono nel cassettone B. Viene il momento di svuotare la lavastoviglie e di riporre i bicchieri al loro posto, cosa fate? È ragionevole supporre che applichiate la regola “lo rimetto dove l’ho preso”. Certamente le prime volte può capitare di confondersi e di sbagliare, ma nessun problema. Mia suocera, invece, per qualche ragione recondita, insiste nel mettere tutti i bicchieri sempre nel pensile A.

06 porte
Cosa si fa quando si cucina? Si tengono chiuse le porte che separano la zona notte dalla zona giorno per evitare che gli odori di cibo si diffondano dove non dovrebbero, giusto? Ma questa è una delle tante cose che proprio non le entrano in zucca.

07 cassetti
Un dei suoi punti di eccellenza è quello di non chiudere mai completamente i cassetti. La parola fondamentale, qui, è l’avverbio “completamente”. Di solito i cassetti o si chiudono o si dimenticano aperti. Lei, invece, ne lascia almeno uno sempre aperto di quei 2/3 centimetri che danno al tutto un insopportabile senso di incompiutezza.

08 tappeti
In casa mia non c’è tappeto in cui mia suocera non inciampi. Così gli angoli si ripiegano all’insù, lei non li sistema e puntualmente ci inciampa di nuovo. In un ciclo che somiglia da vicino al leggendario moto perpetuo.

09 ombrelli
L’unico posto dove non è il caso di appoggiare un ombrello bagnato e sporco è contro una parete interna nell’ingresso di un appartamento (al limite lo si lascia subito fuori). E secondo voi mia suocera dove lo appoggia? Nei suoi geni deve esserci una sequenza di codice che la porta a causare il maggior danno possibile ai muri di casa. Un argomento su cui avrò modo di tornare più avanti altre volte.

10 il bicchiere sulla tavola
Qual è la posizione in cui si tiene il bicchiere sulla tavola? Guardando dall’alto e mettendoci nella posizione del commensale possiamo dire che il bicchiere è situato a circa 3-5 cm a “nord” del piatto. Mia suocera invece lo posiziona circa 15-20 cm a “est/sudest”, di solito pericolosamente vicino al bordo del tavolo. Ma perché?

11 le posate di servizio
Alcuni piatti comuni (tipicamente salumi e formaggi oppure il burro) vengono messi in tavola con una posata di servizio (quella con cui, appunto, tutti si servono per evitare di usare la propria). Si può star certi che per i primi tre quarti del pasto tale posata verrà bellamente ignorata da mia suocera che, ci fosse bisogno di specificarlo, userà la propria (di gran lunga già “ciucciata” e “riciucciata”). Nell’ultimo quarto d’ora accade però l’impensabile: all’improvviso la posata di servizio verrà fatta propria dalla suocera e immancabilmente finirà nel suo piatto come posata extra.

12 per terra
Si rende conto che qualcosa non ci sta in tavola? Lo appoggia per terra. Qui a Milano di solito è solo il cartone della pizza, a Vilnius più o meno qualsiasi cosa (bottiglie vuote, bicchieri, …). Quel che succede a Vilnius però non mi riguarda e inoltre i tavoli sono più bassi.

13 luci, parte 2
Tipico comando luci a tre interruttori. Qualunque sia, delle tre, la luce che vuole accendere la accenderà quasi sempre al terzo tentativo, anche dopo due o tre settimane che è qui.

14 entrare in auto
Il sedile posteriore destro della mia auto è occupato dal seggiolino di mia figlia. Una persona normale ricorderebbe questa posizione (sbagliando magari la prima volta). Una persona totalmente priva di memoria sbaglierebbe il 50% delle volte. Mia suocera tenta di salire dalla parte sbagliata il 90% delle volte.

15 pane, olio e aceto balsamico
Pane, olio e aceto balsamico è una specie di bruschetta molto basica. Come prepararla? Si adagia una fetta di pane sul piatto e poi ci si versano sopra un po’ d’olio e d’aceto. Mia suocera compie queste identiche operazioni tenendo la bruschetta a mezz’aria (e con l’olio che conseguentemente cola giù).

16 uscire dall’auto
La chiusura della portiera? Un optional.

17 tappi, parte 1
Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di avvitare male il tappo di un barattolo. A mia suocera capita sempre.

18 pile di piatti
Meno cose mia suocera fa in casa e meglio è. Ogni tanto, tuttavia, non riesco a fermarla in tempo e così può capitare che ad esempio raccolga piatti e posate a fine pasto e che li porti in cucina. Come si impilano le stoviglie? Lo sanno tutti: un piatto sopra l’altro con le posate in cima alla pila. Mia suocera no, lei le posate le infila tra un piatto e l’altro creando una colonna che è quanto più instabile si possa immaginare.

19 raccolta differenziata
In fatto di raccolta indifferenziata non c’è poi molto da sapere: gli scomparti principali in ciascuna delle nostre case sono cinque: carta e cartone, umido, indifferenziato, plastica e metallo, vetro. Ha più difficoltà mia suocera ad applicare questi concetti elementari che mia figlia di tre anni a comprendere teoria delle stringhe e cromodinamica quantistica.

20 lo stridio delle posate
Avete presente quel fastidiosissimo rumore che si ottiene quando le posate sfregano sul fondo di un piatto? Ebbene, nella sua totale incapacità di maneggiare correttamente una forchetta, mia suocera è un generatore naturale di tali suoni. Come li ottiene? In estrema sintesi invertendo la normale concavità con cui si tengono le posate.

21 luci, parte 3
Mia suocera si sveglia alle 4:00 del mattino e fino alle 8:00/8:30 se ne sta in camera sua a leggere. Visto che viene sempre d’inverno le luci sono inevitabilmente accese per tutto il tempo. Così, giusto per pesare un po’ sulla mia bolletta energetica.

22 la posizione a tavola
Sedia troppo distanziata (culo indietro) e mano sinistra sotto il tavolo (tranne quando deve usare il coltello). Praticamente è inguardabile. Ogni tanto passa addirittura alla “modalità riposo”: gomito destro appoggiato al tavolo a sorreggere la testa inclinata di lato. Doppiamente inguardabile.

23 il taglio della pizza
Il taglio della pizza è facile: la forchetta nella mano sinistra sta ferma e blocca, il coltello nella mano destra si muove e taglia. Questo lo fa anche mia suocera, che tuttavia nel contempo esegue sia una torsione alternata del busto che un piegamento altrettanto alternato verso destra e sinistra. Alto numero di contorsionismo.

24 luci, parte 4
Due volte su tre si addormenta con la luce accesa. E io pago.

25 la bollitura dell’acqua
L’acqua si fa bollire con il coperchio, per fare prima e per risparmiare gas. Lo sanno tutti, ma mia suocera non ha ancora afferrato bene il concetto (l’uso del coperchio rimane casuale). E poi, se siamo fuori e le chiediamo per telefono di scaldare l’acqua, significa che una volta raggiunta la bollitura se noi non siamo ancora rientrati il fuoco va spento o almeno posizionato sul minimo, non che si lascia la fiamma al massimo e si fa evaporare il liquido. Infine, l’acqua per la pasta deve essere in quantità adeguata: meno di metà pentola “non” è la quantità adeguata.

26 l’accensione dei fornelli
Mia suocera è l’unica persona che conosco che, quando accende un fornello, si piega di lato tra i 60 e gli 80 gradi per verificare la presenza della fiamma. Potrebbe prima accendere la fiamma e poi metterci sopra la pentola, ma ormai non credo più nella possibilità di questo sviluppo evolutivo nel corso della sua vita terrena. Peccato che Darwin sia morto: avrebbe potuto avviare un nuovo campo di studi.

27 interruzioni
Sono nel pieno di una conversazione con mia moglie e mia suocera si infila a parlare con sua figlia come se nulla fosse; non dice nemmeno scusa, ma la cosa grave è che non si accorge di interrompere una conversazione già in atto.

28 il caricamento della lavastoviglie
Se si lanciano 20 monete alcune volte uscirà testa, altre croce; la probabilità di ottenere 20 croci o 20 teste è estremamente bassa; la probabilità, poi, che – in una serie di lanci consecutivi – escano sempre 20 teste o sempre 20 croci è remotissima. Immaginate ora che testa equivalga a caricare correttamente in lavastoviglie un piatto, un bicchiere, una posata, una pentola, ecc.; ebbene, mia suocera riesce a inserire tutto (ma proprio tutto) in posizione sempre errata. Sistema i piatti dove andrebbero i bicchieri e i bicchieri dove andrebbero i piatti; mette i piatti di dimensione standard in posizione orizzontale anziché verticale, i mestoli invece di adagiarli in orizzontale nella parte superiore li infila in verticale nel cestello delle posate e così finisce per bloccare le pale rotanti; e ho già detto dei coltelli al punto 04.

29 caricabatterie
Un caricabatterie inserito nella presa di corrente con il filo che penzola a terra e senza che il telefono sia collegato allo stesso è una situazione di potenziale pericolo. Ma mia suocera non lo capisce.

30 le tazze da infuso
Se non riempie le tazze con infuso bollente fino a mezzo millimetro dal bordo non è contenta.

31 sì grazie, no grazie
Quando si accetta o si rifiuta qualcosa, in particolare del cibo, dovrebbe essere buona norma far seguire i sì e i no con un grazie, altrimenti tutto suona molto maleducato. Se poi il no lituano (ne) è pronunciato quasi fosse un gnè (come fa mia suocera) si ha una sensazione di sgradevolezza ulteriore.

32 coltelli sul piano di lavoro della cucina
Uno dei vezzi più recenti è quello di appoggiare i coltelli da cucina in equilibrio sul manico in modo che rimangano con la lama all’insù. Viene meglio con i coltelli più grandi, che – per inciso – sono anche quelli più pericolosi. Mi domando se esista altro essere umano (umano?) che si comporta così.

33 la scelta dei bicchieri da mettere in tavola
Novità di inizio 2016. Deve mettere i bicchieri in tavola, di solito tre: uno per me, uno per mia moglie e uno per lei. Se ci sono dieci bicchieri dello stesso tipo e due spaiati cosa fa? Ovviamente mette almeno un bicchiere diverso dagli altri. Dio, se esisti, spiegami tu perché.

34 coltelli da tavola e coltelli da cucina
Mia suocera non ha la più pallida idea del fatto che se esiste una gran varietà di coltelli è perché questi hanno usi diversi. Quindi spalma il gorgonzola sul pane usando un enorme coltello da cucina (di quelli in ceramica con la punta affilatissima che si usano per il taglio delle verdure), taglia i limoni con il coltello seghettato del pane e taglia pane e verdure con il primo coltello che le capita a tiro.

35 le insalatiere nei cassettoni
A casa nostra esistono alcune insalatiere di dimensioni diverse; sono disposte nei cassettoni, la più grande sotto, le restanti l’una dentro l’altra secondo un naturalissimo schema di dimensioni decrescenti, in stile matrioska per capirci. Bene, mia suocera quando si tratta di riporre le insalatiere nel cassettone segue un suo schema causale, con il risultato di massimizzare lo spazio occupato.

36 tazze e tazzine nei pensili
Stesso metodo bizzarro descritto al punto precedente.

37 le pentole nei cassettoni
Per le pentole dovrebbero valere gli stessi criteri illustrati al punto 35, ma qui mia suocera supera sé stessa. Supponiamo che debba mettere via una padella di dimensioni medie. Apre il cassettone e vede che alcune pentole sono già impilate, dalla più grande (sotto) alla più piccola (sopra). L’oggetto più in alto è un pentolino. Cosa fa? Ci appoggia sopra la padella in posizione rovesciata, cioè con il fondo in alto. Qui siamo di fronte a un interessante aspetto antropologico: cioè mia suocera capisce che mettere la padella sopra il pentolino occuperebbe troppo spazio e darebbe instabilità alla pila, quindi elabora una soluzione alternativa che tuttavia non è quella più efficiente. La cosa interessante è che questo comportamento mostra timidi segnali di una proto-evoluzione.

Sottoimpressioni

In occasione di una qualche calamità naturale (vedi ultimo terremoto al confine tra Emilia e Romagna) i telegiornali nazionali sono soliti organizzare lodevoli raccolte di fondi per accelerare la ricostruzione e per portare aiuti concreti e immediati alle popolazioni colpite. Di solito viene fornito un numero di conto corrente su cui effettuare un versamento. Quello che non ho mai capito (perché è così da sempre) è il motivo per cui informazioni così importanti vengano mostrate in video solo per pochissimi secondi. Logica e buon senso vorrebbero esattamente il contrario.

I motori dei condizionatori pendono

Provate a osservare i motori dei condizionatori appesi ai muri esterni delle case: quasi tutti sono leggermente inclinati lateralmente rispetto alla linea orizzontale.

Il teorema nelle mani del giornalista

Prima B del liceo Einstein di Milano; nonostante da allora siano passati oltre venticinque anni ricordo ancora molto bene le sensazioni che provavo di fronte ai primi teoremi di algebra e geometria. La dimostrazione di un teorema, fatto del tutto nuovo rispetto alla matematica studiata alle scuole medie, era quasi sempre un compito impegnativo e gli sforzi richiesti per il ragionamento erano notevoli. Tuttavia, più che concentrarsi su questo aspetto, la mia mente provava piuttosto una grande ammirazione. L’ammirazione era per chi, prima di tutto aveva intuito un certo risultato, e successivamente lo aveva tradotto in teorema, ovvero una nuova e significativa verità matematica, messa a disposizione di tutti e da tutti utilizzabile come base di partenza per costruire nuovi teoremi e nuove verità matematiche. Questo atteggiamento è proseguito anche in seguito, durante gli anni di università, e continua tutt’ora. Credo infatti che sia impossibile non restare meravigliati di fronte a risultati come quelli raggiunti da Andrew Wiles o, ancor più, di fronte a intuizioni profondissime come quelle di Gödel.

I teoremi sono come dei mattoni che, a partire dai loro costituenti primi (gli assiomi), possono essere utilizzati per costruire nuovi edifici di conoscenza (naturalmente entro quelli che oggi sappiamo essere i limiti, pur ignoti a priori, tracciati da Gödel). I teoremi sono verità matematiche fondanti.

Alt. Siamo proprio sicuri che tutti la pensino così? Razionalmente parlando verrebbe da dire di sì: la matematica non è messa in discussione nemmeno da uomini di chiesa, santoni vari, astrologi, … (anzi alcuni di questi la utilizzano addirittura per fabbricare ad arte i loro inganni);  così facendo stiamo però trascurando una delle categorie umane peggiori: quella dei giornalisti.

Chi segue questo blog conosce bene il mio pensiero su di loro: siano essi della carta stampata o della televisione, i giornalisti sono quasi sempre superficiali, approssimativi e scarsamente professionali; in una parola: ignoranti (non tanto nel senso che “ignorano”, quanto soprattutto nel senso dispregiativo del termine). Naturalmente la cosa è ancor più grave considerando il ruolo pubblico e intrinsecamente educativo che ricoprono. Padania, Italia propriamente detta, Sicilia e Sardegna sono divisioni che, in questo caso, non fanno testo: l’ignoranza dei giornalisti dello stivale è indipendente dalle coordinate geografiche.

L’idea di scrivere questo post mi frullava in testa da parecchi anni e nasce dalla sensazione di profonda insofferenza che provo di fronte alla continua storpiatura del termine “teorema”, allegramente operata da tutti i quotidiani e TV. Sembra incredibile, ma la distorsione è tale che con teorema si è arrivati oggi a indicare l’esatto opposto del suo significato originale. Non più verità dimostrata e fondamento, ma falsità e costruzione artificiosa priva di basi. Ammetto senza vergogna di non essere minimamente in grado di comprendere come tutto ciò sia potuto accadere. Credo che qualche sociologo ci debba delle spiegazioni. O dovremmo forse interpellare un team di etologi?

I sottotitoli dei DVD cosa sottotitolano?

Non ho ancora avuto il piacere di noleggiare un DVD in cui i sottotitoli coincidano con quanto recitato dagli attori (indipendentemente dalla lingua scelta). E voi?

Pubblicato in origine lunedì 29 Settembre 2008 sul mio precedente blog Ali E Radici.

Le vaschette dei salumi si aprono sempre dalla parte sbagliata

Vorrei conoscere i progettisti delle vaschette per salumi; i contenitori si aprono sempre dalla parte sbagliata: quella in cui la prima fetta disponibile è in fondo a tutte le altre.

Pubblicato in origine lunedì 29 Settembre 2008 sul mio precedente blog Ali E Radici.

Sputare sui guanti

Tante le cose che non capisco, una di questa sono i portieri delle squadre di calcio che si sputano ripetutamente sui guanti con successivo strofinio. Ma che senso ha?

Pubblicato in origine venerdì 13 Giugn0 2008 sul mio precedente blog Ali E Radici.